Texel è un’isola olandese che nella primavera-estate del 1940 fu conquistata dalle forze della Wehrmacht diventando un caposaldo del Vallo Atlantico, la linea di fortificazioni costiere che i tedeschi realizzarono dalla Francia alla Norvegia in previsione di un possibile sbarco alleato.
Siamo alle battute finali della seconda guerra mondiale, il Reich sta agonizzando sotto le contestuali offensive alleate e russe. Nondimeno i territori ancora occupati dai nazisti, come nel caso dell’Olanda sono sottoposti ad un regime sempre più brutale. Gli olandesi muoiono letteralmente di fame, da settimane le loro speranze di un rapido arrivo delle forze alleate, si sono infrante contro la realpolitik degli Alti Comandi e dei governi di Stati Uniti e Gran Bretagna.
La gente moriva letteralmente di fame agli angoli delle strade. Nel gennaio 1945 la razione quotidiana alimentare era crollata a 460 calorie mediamente. A subire maggiormente le privazioni alimentari erano ovviamente adolescenti e bambini. In Olanda, nel 1940 un quattordicenne pesava in media 41 kg, nel 1945 la media si era abbassata a 37 kg è l’altezza media si era ridotta di due centimetri. Le ragazze della stessa età in quell’anno terribile pesavano circa 30 kg e la loro altezza media si era ridotta di ben 6 centimetri.
Il dispositivo tedesco in Olanda, una delle ultimi roccaforti fuori dai confini patrii a resistere, era diventato se possibile ancora più oppressivo e brutale. Nell’isola di Texel la guarnigione nazista era costituita da alcune compagnie di soldati della Wehrmacht e dall’882mo Battaglione comandato dal Maggiore Klaus Breitner, forte di 550 uomini, che era stato costituito a partire dal giugno 1943 con prigionieri di guerra georgiani, catturati nel corso delle operazioni militari sul fronte orientale contro l’Unione Sovietica.
Nell’isola erano arrivati contrastanti notizie di un prossimo sbarco delle forze alleate, ed i georgiani decidono di ribellarsi. Così, nella notte tra il 4 e il 5 aprile 1945, i Georgiani insorgono contro i militari tedeschi, aggredendoli nel sonno con baionette e coltelli, mentre si trovavano nei propri baraccamenti e dormitori. In una notte, furono oltre quattrocento i Tedeschi morti per mano degli ammutinati, che riuscirono ad impadronirsi di un ingente quantitativo di armamenti, ma fallirono nella conquista delle postazioni di artiglieria collocate ai capi dell’isola.
Un capo partigiano della Resistenza dell’isola e tre giorgani, dopo alcune consultazioni, decisero di imbarcarsi su un battello e di raggiungere l’Inghilterra per chiedere aiuto. Sbarcarono a Cromer, nel Norfolk, dove vennero accolti tiepidamente. Dopo sei giorni di interrogatorio i georgiani furono internati in un campo di prigionia e nessun aiuto militare fu disposto verso l’isola di Texel.
Nonostante ormai la Germania fosse prossima alla capitolazione Hitler pretese una punizione esemplare ed il capo delle forze naziste in Olanda Johannes Blaskowitz distolse ben 3.600 uomini per riconquistare l’isola. Grazie all’appoggio delle postazioni di artiglieria fissa rimaste sotto controllo tedesco, i rinforzi nazisti sbarcarono sull’isola scatenando una feroce battaglia che si protrasse fino al 17 aprile. Metro dopo metro gli ammutinati furono respinti. Entrato nell’ospedale locale, un ufficiale tedesco uccise 5 georgiani gravemente feriti davanti allo sguardo inorridito di un’infermiera olandese.
Gli ultimi 57 ribelli georgiani capitolarono il 20 aprile, furono denudati e fucilati sul posto, quattro di loro furono costretti a scavare la fossa comune per interrare i corpi e dopo furono a loro volta uccisi.
Nella battaglia di Texel perirono 117 civili olandesi, 800 tedeschi e 550 georgiani, un bagno di sangue consumato ad appena una settimana dalla morte di Hitler.
L’isola verrà liberata il 20 maggio dallo sbarco di forze canadesi, al termine di una breve scaramuccia con le forze occupanti, segnando questo episodio come l’ultima battaglia combattuta dopo la fine della seconda guerra mondiale.