sabato, Aprile 27

La maledizione di Bela Guttmann

Mercoledì scorso l’Inter, in virtù del successo per 2 a 0 nella gara di andata, ha eliminato ai quarti di finale della Champion League, la squadra portoghese del Benfica, in testa al suo campionato. Il rocambolesco 3 a 3 di San Siro è stato sufficiente per proiettare i nerazzurri verso la semifinale dove incontreranno, l’altra squadra di Milano che si è sbarazzata del Napoli.

Quello che ci interessa però in questo articolo non è tanto l’esito sportivo di questa partita, ma l’avverarsi ancora una volta della cosiddetta “maledizione di Bela Guttman“.

Chi era costui?

Bela Guttman era nato a Budapest il 27 gennaio 1899 in una famiglia di origini ebraiche. Il giovane Bela, figlio di ballerini, doveva seguire le orme dei genitori ma ben presto fu rapito dalla passione per il calcio che stava conoscendo una crescente popolarità nel morente impero austro-asburgico. Abbraccia quindi la carriera di calciatore e si trasferisce a Vienna, città cosmopolita all’epoca ricca di fermenti culturali. Qui troverà anche il tempo per laurearsi in psicologia.

Dopo una parentesi negli Stati Uniti durante la quale abbandonò il calcio professionistico per dedicarsi agli affari, anche al limite della legalità, Guttmann tornò in Europa. Non è chiaro come lui, ebreo, riuscì a sopravvivere alla dittatura nazista e alla Seconda Guerra Mondiale, tanto più che suo fratello maggiore fu una delle vittime della Shoah. Interrogato sul tema, Guttmann rispondeva semplicemente «Dio mi ha aiutato».

Guttmann allenatore

Bela Guttmann aveva iniziato a fare l’allenatore nel 1933 con buoni risultati. Dopo la fine della guerra era tornato in Ungheria, ad allenare nuovamente l’Újpest alla conquista del campionato nel 1946-1947. L’anno successivo passa alla guida del Kispest (poi denominato Honvéd), dove diresse un gruppo di grandi talenti, tra i quali spiccava Ferenc Puskás. Fu proprio dopo una lite con Puskás che lascio la guida della squadra e si convinse che per mantenere il rispetto del gruppo avrebbe dovuto “controllare” il giocatore di maggior talento della squadra.

Guttmann si può considerare il capostipite degli allenatori giramondo, infatti nella sua carriera allenerà squadre di Austria, Italia, Argentina, Cipro, Brasile, Portogallo, Uruguay, Svizzera e Grecia. È considerato l’inventore del modulo 4-2-4 che durante la sua esperienza in Brasile fu poi adottato dalla Selecao. L’allenatore ungherese nazionalizzato austriaco allenò anche in Italia con alterne fortune prima con il Padova e la Triestina e poi per un biennio, a partire dal 1953 con il Milan.

L’avventura portoghese

Nel 1958 Bela Guttmann sceglie di allenare in Portogallo. Siede sulla panchina del Porto grazie al solito cospicuo ingaggio che pretendeva, forte anche dei suoi successi e vince il campionato sugli acerrimi rivali del Benfica. Impressionati dal gioco che Guttmann aveva saputo trasmettere al Porto, i dirigenti del Benfica decisero di scippare l’allenatore agli odiati rivali. E lo fecero con l’unico argomento capace di convincere Guttmann: un contratto faraonico.

Il Benfica, con l’ungherese in panchina, dominò sia il campionato 1959/1960 che quello successivo. Ma è nel 1961 e nel 1962, con il trionfo in Champions League (allora Coppa dei Campioni) per due anni consecutivi battendo in finale prima il Barcellona e poi il Real Madrid, che raggiunse la definitiva consacrazione internazionale. Forte di questo straordinario filotto di vittorie Bela Guttmann chiese un sostanzioso aumento del già lauto stipendio percepito.

La maledizione di Bela

I dirigenti del Benfica, stizziti, gli risposero picche. Il 1 maggio 1962, un inviperito Bela Guttmann, nel lasciare la squadra lusitana, pronunciò questa frase passata alla storia: “D’ora in avanti il Benfica non vincerà più una coppa internazionale, per almeno 100 anni“.

Ebbene da allora il Benfica ha disputato 8 finali europee perdendole tutte. L’ultima per l’Europa League 2013-2014, persa 4 a 2 ai calci di rigore. L’eliminazione subita dall’Inter quest’anno allunga la striscia maledetta a 61 anni senza un trofeo europeo. Se la maledizione del tecnico ungherese non verrà interrotta, la squadra lusitana dovrà aspettare il 2062 per tornare a vincere in Europa!

Per saperne di più:

Biografia di Bela Guttmann

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