sabato, Maggio 18

La Piola, una delle osterie preferite da Enzo Ferrari

Enzo Anselmo Giuseppe Maria Ferrari, (1898-1988) soprannominato il Drake, è universamente conosciuto come spericolato pilota automobilistico degli Anni Venti dello scorso secolo e soprattutto come costruttore automobilistico e dirigente sportivo, “papà” di quella vera e propria icona nazionale che è la Ferrari.

Ferrari, il gourmande

Ferrari però era anche un buongustaio che amava frequentare osterie e trattorie dell’Emilia dove era solito coniugare il piacere per il buon cibo con pranzi di lavoro e di rappresentanza con collaboratori, piloti, clienti. La tavola rappresentava una pausa imprescindibile per il Drake, che non aveva tempo per tornare a casa a pranzo e a cena, Ferrari con gli anni aveva fatto un’attenta cernita di ristoranti, trattorie e osterie che preferiva e dove ritornava con assiduità, tanto da avere quasi sempre un tavolo riservato esclusivamente per lui.

La Piola

A circa nove chilometri dal centro di Modena, e ad 800 metri. dall’uscita dell’Autostrada, casello Modena nord troviamo una delle osterie preferite da Ferrari, “La Piola”. Il locale rivela ancora quella che era la sua natura in origine, una locanda con annessa stazione di posta e cambio cavalli, oltreché traghetto sul fiume Secchia. Con il passare del tempo la funzione di traghettatore e di riposo per i viaggiatori si è esaurita, ma è rimasto intatta la natura di una vera osteria di campagna. Una targa all’ingresso recita “locanda dal 1752“, quasi trecento anni di storia.

Un ampio porticato coperto permette ai clienti di mangiare al fresco d’estate, l’arredamento è semplice, rustico, “vissuto” con sedie con l’ormai anacronistica seduta di paglia. Le pareti sono tappezzate di fotografie degli ospiti celebri che si sono avvicendati negli anni nell’osteria. In un angolo un po’ appartato c’è il tavolo che occupava Enzo Ferrari quando veniva a mangiare alla Piola, sulla sedia una targhetta lo ricorda ai clienti di oggi. Sul muro alle spalle le foto del Drake.

La cucina della Piola

Cesare Zavattini (1902-1989), scrittore, giornalista, sceneggiatore e poeta così ha scritto sul tipo di cucina proposto da questa osteria: “La cucina della Piola è quella della civiltà contadina, dei carrettieri, degli scariolanti. Cucina povera, pertanto leggera e dai profumi e sapori dimenticati.”

È stato anche detto del locale “l’osteria che ognuno di noi vorrebbe incontrare“, oppure “l’ambiente è sereno e gli osti cordiali purché tu non chieda piatti con panna e Coca Cola” e anche “evita di chiedere la carta dei vini, tanto ne hanno uno solo (splendido e di loro produzione)“.

I piatti più rappresentativi

Siamo nel modenese pertanto sono assolutamente da assaggiare i tortellini che qui fanno ancora come li mangiava Ferrari, ovvero conditi con una crema di parmigiano. Insoliti e accattivanti gli spaghetti all’ortica nei quali il retrogusto amaragnolo è sapientemente bilanciato.

Tra i secondi, somara e polenta, tipico piatto povero e unico delle osterie, specie in quelle dei birocciai dove era impensabile mangiare cavallo in quanto più che animale era più spesso compagno di lavoro. In Emilia vige ancora una tradizione di grande civiltà, tesa al perpetuarsi di ricette e preparazioni di cui ogni locale era geloso custode. Quando un’osteria chiudeva per sempre, sceglieva un’altra osteria alla quale tramandare una delle proprie ricette “segrete”.

Alla Piola questo è il caso delle favolose polpette in umido tramandate dall’Osteria della Cervetta, ancora più antica della Piola. Fra i dolci, tutti semplici come nella natura del locale segnaliamo la torta di frumentone. Dolce poverissimo inventato dai contadini a cui il padrone toglieva tutta la farina bianca, lasciando loro solo la farina gialla. Dolce contadino e padano, prendeva vari nomi a seconda della zona e delle varianti dell’impasto che rimaneva sempre farina da polenta. Fregolotta veneta (grappa), Sbrisolona mantovana (strutto), Pizzicona reggio-parmense (latte e burro) e la torta di frumentone modenese (solo burro).

Non aspettatevi carta dei vini o altre bevande che non siano l’acqua e l’ottimo vino della casa. Il conto è ancora quello di una volta

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