sabato, Maggio 4

L’apice dell’Impero Romano d’Oriente

L’Impero Romano d’Oriente sotto Basilio II

Fino a tutto il XII secolo l’impero bizantino fu la principale potenza marittima del Mar Mediterraneo. Ancora una volta è bene ribadire che la definizione di Impero Bizantino è un costrutto moderno, introdotto in occidente a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l’Impero romano d’Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli. Lo scopo era quello di demarcare una presunta differenza e discontinuità politica e culturale rispetto all’Impero Romano unitario.

Costantinopoli, la capitale dell’Impero

In realtà gli abitanti dell’impero “bizantino” definivano loro stessi come romaioi, ossia continuatori di Roma, differenziandosi rispetto ai romani d’Occidente per la lingua, il greco e la religione, cristiana ma di rito ortodosso. L’impero Romano d’Oriente sorgeva tra due mari, il Mediterraneo e il Mar Nero e il suo centro politico, culturale, economico era Costantinopoli, che fino alla sua caduta nel XV secolo rimarrà un crocevia unico di commerci e culture. Si presume, in base a stime attendibili, che già attorno alla metà del V secolo, Costantinopoli, avesse superato per numero di abitanti sia Roma che Alessandria divenendo la più popolosa città del mondo romano. Costantinopoli restò a lungo la più ricca, popolosa e importante realtà urbana del Mediterraneo.

Mentre in Occidente tra il IX e l’XI secolo si assiste alla disgregazione dell’impero edificato da Carlo Magno, l’Impero Romano d’Oriente rimane sostanzialmente unito, sottraendosi alle spinte centrifughe che minano la stabilità occidentale. Il merito è in gran parte attribuibile alla solidità politico-amministrativa derivante dalla continuità con il mondo romano.

Senso dello Stato e delle istituzioni, un costrutto legislativo importante, un’economia basata sulle città e sui commerci, il tutto sostenuto da un’affidabile burocrazia  e una salda amministrazione sono tutti fattori che spiegano la ripresa politica e la sostanziale unità dell’impero. Dopo Giustiniano e il suo sogno di riunire la parte occidentale e orientale dell’impero romano, l’impero bizantino aveva subito fin dal VII secolo numerose mutilazioni territoriali. L’Italia ad esempio invasa dai Longobardi, salvo alcune città costiere, uscì dalla sfera di controllo bizantina. Queste perdite territoriali ebbero l’effetto di un ulteriore spostamento del baricentro imperiale verso Est.

La dinastia macedone

All’indomani dell’anno Mille Costantinopoli dominava gran parte della penisola balcanica, quella greca le isole di Creta e Cipro e buona parte dell’Anatolia. Una serie di stati cuscinetto sui quali Costantinopoli esercitava una forte influenza politica ed economica poi garantivano la sicurezza delle frontiere. L’impero Romano d’Oriente vive la sua “golden age” tra l’867 e il 1057, circa duecento anni nei quali sul trono si distingueranno gli imperatori della dinastia macedone. Il fondatore fu Basilio I (867-886), protagonista di una un’ascesa sociale straordinaria. Di umilissime origini contadine, Basilio I scalò tutte le tappe del potere, diventando prima gran ciambellano, poi magistros e infine, basileus, imperatore. Pur trattandosi di un fatto straordinario la scalata di Basilio I non era un’eccezione ma si inseriva in una secolare tradizione di mobilità sociale che fu una delle caratteristiche dell’impero Romano d’Oriente.

Con la dinastia macedone l’impero si allarga, oltre ad includere la Macedonia, la Serbia entrò nella zona d’influenza bizantina anche grazie alla conversione al cristianesimo, venne fondata la tema (provincia) della Dalmazia mentre nell’Italia meridionale si rafforzò in Puglia e Calabria la presenza bizantina, con la formazione di un unico catepanato, vale a dire un ampio distretto amministrativo, retto da un governatore, il catapano.

Basilio II, il Bulgaroctono, ovvero lo “sterminatore di bulgari”

Sotto Basilio II (976-1025), che intraprese le campagne militari nella regione del Caucaso a nord, annettendo infine la Grande Armenia e la Georgia (tra il mar Nero e il mar di Marmara), e a sud in Siria, l’impero si allargò ulteriormente. L’imperatore dovette affrontare anche la minaccia bulgara, il cui Zar Samuele penetrò profondamente nell’impero fino a giungere nel Peloponneso.

Qui però fu sconfitto al Kleidion nel 1014 e in quell’aspra battaglia 14.000 bulgari vennero fatti prigionieri, accecati e rimandati in patria come monito. Il regno dello Zar bulgaro non resse alla disfatta e dopo poco crollò. Dopo una guerra lunga durata quasi trenta anni, Basilio II annetté anche la Bulgaria all’impero. Contrariamente alla conduzione spietata della guerra, l’occupazione bizantina della Bulgaria fu condotta con moderazione permettendo ai nuovi sudditi di pagare i tributi non in denaro ma in natura e concedendo all’arcivescovo di Ocrida, il capo religioso bulgaro, una larga autonomia e significativi privilegi.

Negli ultimi anni del suo regno Basilio II operò nuove conquiste nella regione del Caucaso e in Asia Minore e la formazione dei temi di Antiochia e Melitene, due province che rivestirono una grande importanza per la loro posizione di confine.

La fine dell’età d’oro

La morte di Basilio II, il 15 dicembre 1025, nel momento in cui si accingeva a lanciare una grande spedizione contro i musulmani di Sicilia, chiude l’età d’oro dell’impero Romano d’Oriente, termina soprattutto il rilancio politico e militare che aveva contrassegnato l’ultimo secolo. Costantinopoli presto cadde in un periodo di difficoltà, causate in gran parte dalla crescita dell’aristocrazia terriera, che minò il sistema dei themata.

Nuovi nemici apparvero sulla scena, minando l’integrità territoriale dell’impero, i Normanni, che conquistarono l’Italia meridionale e la Sicilia, e i turchi Selgiuchidi che dopo aver sconfitto l’Egitto, intrapresero una politica aggressiva in Asia Minore, la principale area di reclutamento delle armate bizantine. Con la sconfitta a Manzicerta dell’Imperatore Romano IV nel 1071 da parte di Alp Arslan, Sultano dei Selgiuchidi, molte di quelle province furono perse. Nel frattempo maturava la divisione formale e definitiva tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa con la loro mutua scomunica del 1054.

L’età d’oro dell’Impero Romano d’Oriente era definitivamente tramontata.

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Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Mascilli Migliorini, Luigi; Feniello, Amedeo; Francesca Canale Cama. Storia del mondo

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