domenica, Maggio 19

Le avventure di Tintin di Hergé

Le avventure di Tintin (Les Aventures de Tintin) è una serie a fumetti belga ideata e disegnata dal 1929 al 1983 da Hergé e incentrata sull’omonimo personaggio immaginario di Tintin.

L’autore

Georges Prosper Remi (1907-1983), in arte Hergé è considerato uno dei padri fondatori della scuola franco-belga del fumetto. Giovanissimo, entra nella professione grazie all’abate Wallez, che lo fa esordire sulle pagine del Petit Vingtième, supplemento del quotidiano cattolico di destra Le Vingtième Siècle. È su questo supplemento che parte la grande avventura di Tintin.

Inizialmente Hergé subirà l’influsso di Wallez, che attraverso Tintin vuole solo portare un preciso messaggio ideologico ai bambini, con il tempo il fumettista belga si affrancherà da questa tutela limitante e il suo personaggio più famoso, inizierà ad acquisire spessore e originalità.

Più della metà degli albi Hergé li realizzera prima della fine della seconda guerra mondiale. La sua professione esercitata nell’ambiente della destra cattolica reazionaria e collaborazionista, gli procurerà non pochi guai alla fine del secondo conflitto mondiale. Hergé rischierà il carcere e sarà un noto partigiano che voleva fondare il settimanale Tintin a toglierlo dai guai.

Dopo la guerra Hergé riunì intorno a se un gruppo di straordinari autori che lo aiuteranno a sostenere la serie di Tintin, fondando i mitici  Studios Hergé. Nonostante la bravura di questi professionisti, ognuno dei quali poi lavorerà a proprie serie, Hergé mantenne sempre un controllo ferreo sulla sua creatura tanto che soleva dire “Tintin sono io”.

Era a tal punto compenetrato con il personaggio da lui creato che si diceva certo che alla sua morte anche Tintin sarebbe morto con lui. Così, nonostante il successo inossidabile e l’alta capacità professionale e artistica dei suoi collaboratori, alla morte di Hergé, Tintin non ha più avuto un seguito, pur continuando a vendere ininterrottamente le ristampe delle sue avventure che sono ormai un classico del fumetto mondiale.

 Hergé aveva un tratto, originale e personale, caratterizzato da un segno sottile, pulito ed elegante cjhe venne poi imitato da molti suoi colleghi belgi e francesi e denominato linea chiara.

Tintin

Tintin è un giovane giornalista belga, protagonista di avventure in ogni parte del mondo insieme all’inseparabile cagnolino Milù. A partire dal nono albo della serie Il granchio d’oro è affiancato dal collerico capitano Haddock, e a partire dal dodicesimo albo Il tesoro di Rackam il Rosso, dallo scienziato Trifone Girasole.

Contrariamente a quanto accade nelle serie più longeve, Hergè non ci dice niente del passato del suo eroe e tantomeno si capisce come fa a mantenersi nel corso delle sue mirabolanti avventure, visto che di fatto non esercita neppure la sua professione. Il fumettista belga si inventa una singolare caccia al tesoro a cui Tintin partecipa e che gli darebbe di che vivere a lui ed ai suoi amici.

Breve storia editoriale

Il personaggio esordì in francese il 10 gennaio 1929 sul settimanale belga Le Petit Vingtième, supplemento del quotidiano Le vingtième siècle, dove viene pubblicato fino al 1942 quando la serie continua la pubblicazione su Le Soir Jeunesse, supplemento al quotidiano Le Soir, fino al 1946 quando debutta su una testata propria, Le Journal de Tintin.

 La serie completa di Tintin è costituita da 24 storie in lingua francese delle quali l’ultima è rimasta incompiuta. Le prime otto vennero pubblicate tra il 1929 e il 1941 in bianco e nero con tavole a sei vignette e negli anni quaranta e cinquanta vennero tutte ridisegnate – tranne la prima – per renderle omogenee con le successive che venivano pubblicate in albi a colori, con una foliazione di 48 pagine e tavole a dodici vignette. L’ultima storia risale al 1983, anno di morte dell’autore.

Dopo le prime ingenue avventure, Hergé prima di scrivere e disegnare una storia di Tintin si documentava minuziosamente, arrivando anche a fotografare luoghi e oggetti che poi avrebbe disegnato.

Le sette sfere di cristallo

Tornati dalle Ande dove hanno estratto da terra la mummia inca Rascar Capa, tutti e sette i membri di una spedizione archeologica cadono vittima di una sorta di coma. Tintin, Haddock e Girasole sono presenti nell’abitazione del settimo membro della spedizione, quando anch’esso viene colpito da questa strana malattia.

Come la precedente, anche questa avventura si articola in due volumi: Le sette sfere di cristallo e Prigionieri del soleHergé mantiene anche la formula che vede la prima parte dedicata a un intreccio investigativo “locale”, che qui si arricchisce dell’esistenza di un antica maledizione inca, e la seconda all’avventura “altrove”, che stavolta è anche un ritorno ai luoghi già visitati ne L’orecchio spezzato.

Sull’intera avventura grava una sensazione di inquietante mistero e di latente paura. Hergé si ispirò per Le sette sfere di cristallo alla presunta maledizione che gravava sugli archeologi che riportarono alla luce la mummia del faraone Tutankhamon. Si tratta di una delle storie più belle di Tintin, con una narrazione impeccabile e disegni straordinari, che ne fanno settanta anni dopo la prima pubblicazione, un prodotto ancora godibilissimo.

Per saperne di più:

Hergé

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