mercoledì, Maggio 8

Serenate sottomarine

A vederle così imponenti, incutono un certo timore, ma le balene non sono affatto pericolose per noi. Protagoniste di molti miti e leggende, vi assumono simbologie diverse e connotati specifici, dalla balena biblica di Giona a quella letteraria, bianca, Moby Dick, di Melville. La prima inghiottì il profeta, buttato in mare durante un viaggio in mare, ma poi venne riportato da esso per volontà divina su di una spiaggia. Il noto romanzo americano è il resoconto della spedizione di una nave baleniera all’inseguimento della balena, ma diventa anche occasione di profonde riflessioni del protagonista Ismaele su tanti temi importanti, come la fede, il destino, il bene e il male, la natura selvaggia.

Caratteristiche generali

Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, le balene non sono pesci, ma mammiferi marini, Cetacei misticeti, con femmine che allattano i loro piccoli (si fa per dire!) e polmoni per respirare; hanno perciò bisogno di respirare l’Ossigeno atmosferico, per cui risalgono in superficie, e dallo sfiatatoio sulla testa, espirano l’aria residua con spruzzi d’acqua. Prive di denti, al loro posto hanno i fanoni, che fungono da filtri: aprono la bocca, ingerendo acqua col grill, poi trattenuti da essi. La balenottera comune è l’unica presente in modo regolare nel Mediterraneo, seconda per grandezza a quella azzurra, con dimensioni, nelle femmine, di circa 24 metri. Si nutre soprattutto nel Santuario del Mar Ligure, ricco di krill.

Migrazioni delle balene

Le balene fanno lunghi viaggi stagionali, spostandosi dalle aree di alimentazione a quelle di riproduzione: in genere migrano verso i poli d’estate, verso le zone tropicali d’inverno, subendo anche una certa espoliazione della pelle. A volte, purtroppo, sono vittime di pesca accidentale ed urti con le navi.

I canti e le loro funzioni

Al contrario di noi, che possediamo le corde vocali, le balene non ne hanno, ma producono però molti suoni diversi, usufruendo dei seni craniali. Le unità basilari sono suoni unitari e ininterrotti, che durano alcuni secondi. Le loro frequenze vanno dai 20 ai 10 Khz, quindi udibili da noi, ma possono avere certe modulazioni, in salita, discesa oppure mantenersi costanti (ed anche in ampiezza con variazioni di volume).

Un insieme di 4 o 5 unità (sottofrase) dura per circa 10 secondi, 2 sottofrasi formano una frase, ripetuta per 4 o 5 minuti (tema). Un insieme di temi forma il canto vero e proprio, che può protrarsi per una ventina di minuti, per ore o persino di giorni. I canti variano a seconda delle zone e delle situazioni. Le principali funzioni dei canti sono l’indicazione della presenza di cibo, l’attrazione delle femmine nel periodo riproduttivo e la delimitazione del proprio territorio.

Vita sociale

Le balene dimostrano una notevole socialità: giocano e collaborano tra loro, insegnano ai compagni le tecniche di caccia. Pare ormai assodato che si chiamino per “nome”, mediante fischi specifici per ogni individuo. Quindi cacciano insieme, si organizzano per la difesa dei piccoli e il loro addestramento, dimostrando persino una certa empatia tra loro e arrivando addirittura allo scambio di “pettegolezzi”.

Perché venivano cacciate

Fin dai tempi del Paleolitico, dalle balene arenate in spiaggia, si cominciò a consumare la loro carne. Poi dal 6000 a. C. e progressivamente lungo i secoli successivi, si migliorarono via via le tecniche di caccia, usando navi apposite e creando stazioni baleniere lungo le coste, prima sulle basche, poi su quelle nordatlantiche. L’olio di balena era molto richiesto come combustibile per lampade.

Inoltre da esse si ricavavano vari altri prodotti, come carne, sapone, lubrificanti e basi oleari per profumi. Da quando, a metà Ottocento, si poté raffinare il cherosene dal petrolio, più economico, efficiente e duraturo dell’olio di balena, si ridusse drasticamente la caccia alle balene, ma rimaneva la richiesta di stecche di balene, assai flessibili, prima della plastica. In seguito, ad inizio 900, si ricavò dall’olio la glicerina come esplosivo e la margarina per condimenti, ma dopo vennero gli oli vegetali, più economici, producendo una netta diminuzione della caccia alle balene.

Comunque, nel corso del Novecento l’industria baleniera, secondo le stime, avrebbe ucciso ben 2,9 milioni di cetacei. Adesso ci sono forti restrizioni legislative sulla caccia, e si assiste al ritorno delle balene nei loro habitat naturali. I pericoli maggiori attuali vengono però dal riscaldamento globale, l’aumento del traffico navale e dalle nuove rotte artiche.

Importanza ecologica delle balene

Una balena, nel corso di un anno, assorbe una media di 33 tonnellate di Anidride Carbonica, invece dei 50 kg di un albero: questo gas rimarrà intrappolato per secoli sul fondo. Quindi la loro presenza dev’essere salvaguardata, per la lotta efficace sull’effetto serra. D’altra parte le sue feci sono ricche di Azoto e Ferro, fertilizzanti naturali per la crescita del fitoplancton.

Foto di Pexels da Pixabay

Foto di Friedrich Frühling da Pixabay

Foto di BirdEL da Pixabay

Per saperne di più:

Cocchi di nonna

About The Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights