mercoledì, Maggio 15

L’olfatto, il più sottovalutato dei sensi

Qualche anno fa ad un gruppo di volontari sotto i 30 anni venne sottoposto il seguente quesito, se costretti, quale dei cinque sensi avrebbero sacrificato? La metà degli interrogati rispose l’olfatto. Si tratta, probabilmente, del senso più sottovalutato e meno conosciuto del corpo umano. Basti pensare che anche la ricerca sul sistema olfattivo degli esseri umani riceve un decimo dei finanziamenti rispetto a quelli assegnati a vista e udito. Questo comporta che ci sono ancora molte cose che non sappiamo su questo straordinario senso.

Come funziona l’olfatto

Quando annusiamo o respiriamo inaliamo le molecole odorose dell’aria che passano nelle cavità nasali ed entrano in contatto con l’epitelio olfattivo, un insieme di neuroni che contiene dai 350 ai 400 tipi di recettori degli odori. Quando la molecola attiva il recettore giusto parte un segnale che arriva al cervello, che lo decodifica come odore. Non è ben chiaro come ciò avvenga. Secondo una scuola di pensiero le molecole odorose si adattano ai recettori come le chiavi nelle serrature. Il difetto di questa teoria è che a volte le molecole hanno forme chimiche diverse ma odore uguale, e altre volte forme quasi identiche e odori diversi.

L’altra teoria, altrettanto insoddisfacente sostiene che le molecole attivano i recettori in base alla modalità delle loro vibrazioni. Normalmente le molecole odorose attivano più di un recettore. Una banana, ad esempio, contiene 300 molecole odorose volatili diverse. Il caffè almeno 600.

Il puzzle degli odori

Come se non bastasse unendo molecole odorose diverse si ottiene un odore diverso che non ha niente a che fare con le molecole originarie. Un caso tipo è l’aroma dell’ananas che è costituito dalla commistione di tre molecole diverse, l’aroma fruttato dell’etil isobutirrato, il sentore caramellato dell’etilmaltolo e il profumo di violetta dell’allile alfa-ionone. La complessità non finisce qui, l’odore delle mandorle bruciate, ad esempio, può essere prodotto da 75 combinazioni chimiche diverse che non hanno niente in comune, se non l’aroma che il nostro naso percepisce.

Non sappiamo neppure quanti odori l’uomo è in grado di percepire, uno studio del 2014, pubblicato sulla rivista Science asseriva che l’uomo è in grado di distinguere l’iperbolica cifra di un trilione di odori diversi. Lo studio è stato contestato anche duramente da molti altri scienziati, ciò non toglie che l’essere umano è in grado di “classificare” con il suo sistema olfattivo moltissimi odori. Dei cinque sensi più noti, l’olfatto è l’unico a non essere mediato dall’ipotalamo.

Ognuno odora a modo suo

Quando odoriamo qualcosa il segnale raggiunge direttamente la corteccia olfattiva situata vicino all’ìppocampo, dove prendono forma i ricordi, e secondo alcuni neuroscienziati questo potrebbe spiegare perché certi odori hanno il potere di evocarli. La complessità di questo senso è data anche dalla sua unicità, anche se abbiamo dai 350 ai 400 recettori dell’odore, solo la metà è comune a tutti gli esseri umani, il resto varia da persona a persona. Insomma ognuno “annusa” il mondo a modo suo.

Volete un esempio? Se facciamo annusare una fialetta di androsterone, un ormone, ad un campione sufficientemente ampio di persone, un terzo avvertirà un acuto sentore di urina, un terzo di legno di sandalo e il restante terzo non avvertirà assolutamente niente. Nonostante tutte queste incertezze e complessità, spesso l’uomo è in grado di battere perfino il “fiuto” del suo amico più fedele, il cane.

Un singolare esperimento

Qualche anno fa, l’Università della California di Berkeley, ha svolto un curioso esperimento. I ricercatori hanno marcato un prato con una scia di aroma al cioccolato e chiesto a dei volontari di seguire la pista, carponi, come avrebbe fatto un cane. Due terzi dei volontari sono riusciti a completare il percorso con estrema precisione. Sui quindici odori testati, in cinque gli esseri umani hanno battuto anche i cani.

La perdita dell’olfatto

La perdita totale dell’olfatto si chiama anosmia e quella parziale iposmia. In tutto il mondo tra il 2 e il 5 per cento delle persone soffre di una o dell’altra patologia, un dato molto alto. C’è però anche di peggio, una piccola minoranza, soffre di cacosmia, ovvero qualunque odore percepisce lo decodifica come sentore di feci. Le cause principali della perdita dell’olfatto sono dovute a malattie infettive, si può trattare di una perdita definitiva o temporanea, come ad esempio è avvenuto con una certa frequenza all’inizio della pandemia di Covid19.

La perdita dell’olfatto può però essere conseguente ad un violento urto della testa oppure ad una malattia neurodegenerativa come, ad esempio, l’Alzheimer.

Per saperne di più:

L’Olfatto

L’inganno dei sensi

Fonti:

Bryson, Bill. Breve storia del corpo umano

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