giovedì, Maggio 16

Vita di Einstein: l’Accademia Olympia – Ep. 16

Maurice Solovine, un romeno che studiava filosofia all’Università di Berna, conobbe Einstein durante le vacanze pasquali del 1902. Aveva notato un annuncio sul giornale di Albert che promuoveva lezioni private di fisica e ancora indeciso se orientare i suoi studi verso questa disciplina o la filosofia si era presentato a casa del giovane Einstein.

Fin dal primo incontro fra i due scattò una forte attrazione intellettuale, Maurice e Albert passarono oltre due ore del loro primo incontro a conversare liberamente di svariati argomenti.

Al termine dell’incontro Einstein disse a Solovine: «Non hai bisogno di lezioni di fisica. Vieni semplicemente a trovarmi quando vuoi e sarò ben contento di chiacchierare con te.» Così decisero di leggere insieme i grandi pensatori e poi di discuterne le idee.

Ai loro incontri si unì ben presto Conrad Habicht, figlio di un banchiere ed ex studente di matematica al Politecnico di Zurigo. Nasceva così l’Accademia Olympia e soprattutto un’amicizia che attraverserà tutta l’esistenza di Einstein.

Albert fu nominato Presidente e Solovine preparò un attestato che ritraeva il busto di Einstein di profilo e sotto una filza di salsicce. In realtà le loro cene erano contrassegnate da una certa frugalità: salsicce, gruviera, frutta e tè. Le dissertazioni dell’Accademia Olympia potevano durare anche tutta la notte e a volte erano concluse da Albert che suonava il violino, oppure d’estate, da un escursione sulle montagne circostanti per ammirare la volta celeste. Molti anni dopo Einstein avrebbe rievocato con i due amici “la nostra allegra accademia , che era meno infantile di quelle rispettabili che poi ho conosciuto da vicino».

L’elenco delle letture dell’Akademie Olympia comprendeva alcuni classici i cui temi Einstein poteva apprezzare, come l’Antigone e il Don Chisciotte. Ma soprattutto i tre accademici leggevano libri che indagavano sull’intersezione tra scienza e filosofia: il Trattato sulla natura umana di David Hume, L’analisi delle sensazioni e La meccanica nel suo sviluppo storico-critico di Mach, l’Etica di Baruch Spinoza e La scienza e l’ipotesi di Henri Poincaré.

Fu con la lettura di questi testi che Einstein iniziò a formarsi una propria ed originale filosofia della scienza. Il più influente fu probabilmente Hume ed il suo scetticismo su qualsiasi conoscenza distinta da ciò che poteva essere percepito direttamente dai sensi. Le idee di Einstein su Hume erano bilanciate dal suo apprezzamento per il pensiero di Immanuel Kant che aveva avuto modo di apprezzare già qualche anno prima quando studiava matematica con Max Talmud.

L’ultimo eroe intellettuale dell’Accademia Olympia fu Baruch Spinoza (1632-1677), il filosofo ebreo di Amsterdam. La sua influenza fu principalmente religiosa: Einstein fece proprio il suo concetto di un Dio amorfo che si riflette nella bellezza che incute riverenza, nella razionalità e nell’unità delle leggi di natura. Ma, come Spinoza, Einstein non credeva in un Dio personale che premiasse e punisse e intervenisse nella nostra vita quotidiana. Inoltre Einstein apprezzerà in modo particolare il determinismo di Spinoza che in qualche modo caratterizzò tutta la sua vita di scienziato.

nella foto i tre componenti dell’Accademia Olympia: Einstein, Solovine e Habicht.

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