giovedì, Maggio 2

Caterina II, la tedesca che amò la Russia

Anno 1729. Siamo a Stettino, città prussiana oggi in Polonia. Il 21 aprile nasce dal principe Cristiano Augusto e dalla principessa Giovanna di Holstein-Gottorp, appartenenti alla piccola aristocrazia prussiana, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst.

La coppia metterà al mondo cinque figli, ma soltanto due sopravvivono, il prediletto Federico Augusto e la piccola Sofia, che in famiglia chiamano figchen, che ben presto sarà trascurata affettivamente e affidata a balie, governanti e precettori. Questa latitanza affettiva dei genitori avrà una forte influenza sulla futura Caterina di Russia, che per altro da adolescente non era particolarmente avvenente. Gli occhi azzurri e la carnagione chiara erano affiancati da una tendenza alla pinguedine, un mento pronunciato e una bocca troppo sottile.

Un futuro inaspettato

La giovane Sofia non può immaginare però il futuro che l’aspetta e men che mai di essere “osservata speciale” di Elisabetta I di Russia. Figlia di Pietro il Grande, salita al trono nel 1741 con un colpo di stato; sovrana illuminata e mecenate della cultura, amante del lusso e del sesso. La zarina sta cercando moglie per un nipote che diverrà il proprio figlio adottivo, Pëtr Fiodorovich, un giovane dal carattere ombroso e mentalmente instabile, erede al trono designato.

La scelta cade proprio su Sofia che viene invitata, insieme alla madre, a Mosca dove giunge il 9 febbraio 1744. L’incontro tra i due giovani è piuttosto tiepido ma Sofia pochi giorni dopo il suo arrivo si ammala di una grave infezione polmonare che le fa perdere i sensi più volte in un giorno. Guarisce faticosamente e il 28 giugno 1744, raggiante in un magnifico abito rosso, Sofia, di famiglia luterana, si converte alla religione cristiana ortodossa e assume il nome di Ekaterina Alekseevna, (noi da ora in poi la chiameremo con il suo nome italiano, Caterina).

Il giorno dopo viene celebrato il fidanzamento ufficiale con Pietro. L’evento avviene attraverso una cerimonia sfarzosa che vuole occultare la profonda incompatibilità tra i due futuri sposi. Mentre Pietro si diverte a giocare con i soldatini di piombo, si sollazza con l’amante Elisabetta Vonvorč e si prende cura dei propri cani, Caterina studia ferocemente la lingua russa, la cultura della sua nuova patria e gli scritti degli illuministi.

Qualche mese dopo Pietro si ammala di vaiolo, sopravvive, ma rimane sfigurato per sempre. I rapporti tra i due, dopo questa malattia, diventano ancora più aspri, Pietro maltratta Caterina, anche in pubblico. Lei è infelice ma determinata a diventare la regina consorte del futuro Zar, anche se il risentimento verso un marito crudele, fatuo e mentalmente instabile, inizia a germogliare nel suo animo di donna risoluta e sensibile allo stesso tempo.

Le nozze e il primo figlio

Il 21 agosto 1745, nella cattedrale di Nostra Signora di Kazan, si celebrano le nozze: si tratta di un matrimonio sfarzoso a cui non partecipa il padre di Caterina, ancora furente per l’abbandono del luteranesimo da parte della figlia. Dieci giorni di festeggiamenti ininterrotti, pranzo nuziale da 50 portate! Il matrimonio di fatto non viene consumato, Pietro ignora volutamente il sesso con la giovane moglie, allora sedicenne.

La zarina Elisabetta è tanto consapevole della situazione di letto della coppia che spinge letteralmente Caterina tra le braccia di un amante, Sergej Saltykov, componente di una potente famiglia di boiari e ciambellano di corte. Elisabetta si preoccupa di dare un erede al regno dopo Pietro e si “affida”, al fascino del bellissimo ciambellano di corte per sopperire all’ignavia sessuale del figlio adottivo.

Sarà il primo di una lunghissima lista di amanti (8) e favoriti (una ventina) che segneranno la sfrenata vita sessuale di Caterina, la Grande come verrà in seguito appellata. Lei riuscirà a usare tutti i suoi uomini per i propri fini, anche con notevole cinismo, senza mai, a sua volta, farsi usare. Il 20 settembre 1754 Caterina partorisce l’agognato erede al trono, probabilmente frutto della relazione adulterina.

La zarina Elisabetta, darà al nascituro il nome Paolo e di fatto lo sottrarrà alle cure della madre per assumerne direttamente il compito di educare il bambino al suo futuro, difficile e impegnativo ruolo. Caterina riceve 100.000 rubli come “ricompensa” e da allora si dedica a corpo morto agli studi, alla caccia e all’attività mondana. Nel frattempo la futura zarina ha un nuovo amante, il polacco Stanislao Augusto Poniatowski con cui concepirà una figlia, Anna Petrovna Romanova, che nasce il 9 dicembre 1757 ma che muore dopo appena un anno.

Il primo, grande amore

La relazione con Poniatowski durerà ancora qualche anno e poi il principe riceverà in dono, nel 1764 la Polonia su cui regnerà con il nome di Stanislao II. Nella primavera del 1760 Caterina incontra qualcosa che è più di una passione carnale, l’amore sincero e irrefrenabile verso Grigorij Grigor’evič Orlov. L’allora granduchessa lo conosce mentre è in servizio nella capitale russa, dopo essersi ripreso da una ferita occorsagli nella battaglia di Zorndorf.

I due amanti condivideranno anche una comune visione politica sul futuro della Russia, tanto che Orlov divenne uno dei leader della cospirazione che portò alla detronizzazione e poi alla morte del di lei marito, lo zar Pietro III di Russia (1762). Un anno prima infatti, il giorno di Natale del 1761, la zarina Elisabetta muore e suo nipote e marito di Caterina, sale al trono.

Il colpo di stato di Caterina

Coadiuvata da Orlov e da un altro manipolo di congiurati, Caterina fa rinchiudere il marito nel castello di Ropša, situato su una piccola isola in mezzo al fiume Neva, in compagnia di un servo, di un cane e del suo violino. Otto giorni dopo Pietro III sarà trovato strangolato. Medici compiacenti certificheranno che il sovrano “idiota” come lo chiamava Caterina era «Morto per un esiziale attacco di emorroidi». In realtà tutti alla corte sapevano che Orlov lo aveva strangolato per compiacere l’ambizione di Caterina.

L’assurdità della certificazione delle cause del decesso di Pietro fa il giro d’Europa e ne troviamo una traccia perfino in una lettera che d’Alambert scrive al suo amico Voltaire. Il dotto illuminista era stato invitato da Caterina in Russia per fare da precettore al figlio Paolo ma egli aveva declinato l’invito. Così scrive a Voltaire: «Mi vedo costretto a declinare l’invito dell’imperatrice perché sono troppo soggetto alle emorroidi che, in quel paese, sono una cosa troppo seria».

Il 22 settembre 1762 Caterina viene incoronata imperatrice nella chiesa della Madonna del Kazan a San Pietroburgo. Il legame con Orlov è ancora molto stretto, lei lo nomina conte e gli conferisce altissime cariche militari, lui la mette incinta e la zarina da alla luce un figlio, Aleksej Grigorevic Bobrinskij, che vivrà sempre lontano dalla corte.

L’azione riformatrice di Caterina

Caterina di fatto raccoglie e prosegue l’azione di occidentalizzazione e modernizzazione della Russia, iniziata da Pietro il Grande. Riorganizza l’amministrazione dei gubernii, i governatorati, conferendo loro un grande potere sulle zone rurali nella prevenzione delle rivolte contadine. Questo processo fu completato entro il 1775. La riforma creò province e distretti, che erano maggiormente gestibili rispetto ai governatorati.

Favorì la nobiltà che l’aveva appoggiata riconoscendone l’ereditarietà del titolo e delle proprietà, promosse la colonizzazione dell’Alaska, si impegnò per l’istruzione di un popolo largamente analfabeta, istituì case di educazione a Mosca e a Pietroburgo, mentre nei capoluoghi furono aperte scuole anche per gli adulti. Anche la sanità ebbe un considerevole impulso, si costruirono nuovi ospedali e le città furono obbligate a provvedersi di medici e di farmacie. In quanto alla servitù della gleba, un fenomeno estremamente diffuso nel vastissimo impero russo, le riforme di Caterina furono minimali e questa forma di schiavitù fu solo molto parzialmente scalfita. Si calcola che la sola zarina “possedesse” 500.000 servi della gleba.

La politica estera di Caterina

Durante il suo regno, Caterina estese i confini dell’impero russo per 520000 km² (un’estensione pari a quasi 2 volte l’Italia), assorbendo le regioni della Nuova Russia, della Crimea, del Caucaso settentrionale, della Riva destra ucraina, della Bielorussia, della Lituania e della Curlandia a spese, soprattutto, dell’Impero ottomano e della Confederazione polacco-lituana. La rivoluzione francese del 1789 comporta una svolta nell’azione di governo e nella mentalità stessa della Zarina, da ammiratrice degli ideali dell’illuminismo, Caterina diventa in poco tempo la principale espressione dell’assolutismo monarchico e vira verso una politica di chiaro stampo reazionario.

Sesso delle mie brame

Corpo formoso per non dire grassoccio, volto florido Caterina adorava il sesso e passava da un amante all’altro spregiudicatamente, facendoli a volte “testare” dalle sue più fidate dame di corte. Aveva fatto approntare una vera “stanza del piacere” nel Palazzo d’Inverno, (la residenza imperiale con 1786 camere e quasi 2.000 finestre) dove stampe licenziose, attrezzi in grado di coadiuvare il piacere (che oggi definiremmo sex toys), alcove e speciali poltrone che favorivano posizioni particolari durante l’amplesso crearono un alone di scabrosa e pruriginosa leggenda, che fece il giro delle corti di mezza Europa.

La storia d’amore con Orlov finisce quando lui ha l’ardire di tradirla. Caterina lo fa allontanare dalla corte, lui cerca di farsi perdonare regalandole il “diamante di Orlov“, una pietra preziosa di straordinaria bellezza, che Caterina accetterà ma senza perdonarlo. La zarina però non è una donna ingrata con le persone che hanno scaldato il suo cuore e il suo letto, lo nomina principe, gli regala immensi possedimenti e lo sostituisce con un giovane amante.

Il secondo amore di Caterina

Caterina incontra il secondo amore della sua vita durante la rivolta dei cosacchi 1773-1775, detta anche guerra dei contadini, organizzata e diretta da Emel’jan Ivanovič Pugačëv, un cosacco ex tenente dell’esercito imperiale russo che sfruttò il malcontento generale e la guerra contro l’Impero ottomano per cercare di proclamarsi zar. La Russia era prostrata da una recente carestia e da una serie di epidemie che avevano colpito duramente le sterminate masse rurali dell’immenso paese, aprendo la strada all’ambizione di Pugačëv.

La ribellione fu stroncata nel sangue e il leader ribelle catturato fu giustiziato per squartamento nella pubblica piazza. Nelle operazioni di repressione si distinse un militare alto e imponente, cieco da un occhio, dotato di uno charme virile estremamente seducente, il generale Grigorij Aleksandrovič Potëmkin.

Caterina perde letteralmente la testa per lui tanto che nelle infuocate lettere d’amore che gli scrive si firma la “tua devota moglie“. Qualcuno ipotizza che tra i due fosse stato celebrato un matrimonio segreto nel 1774, quello che è certo è che il trentaquattrenne generale mette incinta la quarantaquattrenne zarina, che da alla luce una bambina, Elzaveta Grigorevna Temkina.

Potëmkin diresse per conto di Caterina II la conquista della Crimea e fu il promotore della creazione di un’imponente flotta navale. L’espressione più forte del loro amore è però il lungo viaggio che il generale organizzò per l’imperatrice attraverso i territori della smisurata Russia lungo i quali lui fece approntare i cosiddetti “villaggi Potëmkin”, falsi paesini, popolati da finti contadini sorridenti e rubicondi, che avevano l’unico scopo di dare alla zarina l’illusoria sensazione di governare su un popolo felice, sano e ben nutrito. Nel 1791 mentre Potëmkin è in missione in Romania per negoziare la pace con l’Impero Ottomano, si ammala e muore. Per Caterina è un colpo durissimo.

Gli ultimi anni

Caterina non si riprenderà più dalla perdita dell’amore più grande della sua vita. La girandola di amanti continuerà nonostante l’avanzare dell’età, ma nobili e militari che condivideranno il privilegio del letto della sovrana saranno di fatto solo e nient’altro che toy boys.

Lei diventerà sempre più cupa e collerica, il suo stile di governo passerà da una forma blanda di dispotismo illuminato ad un assolutismo crudele e reazionario. L’ultimo amante è Platon Zubov, da lei chiamato “il bambino”, dato che ha trentotto anni meno di lei, che, all’epoca, ne ha sessantaquattro. Gli conferisce quasi 40 incarichi, lo riempie di regali e attenzioni, ma è una relazione che durerà poco.

Il 17 novembre 1796 Cateriha II, la Grande stramazza a terra colpita da un ictus. La sera stessa muore. Sale al trono il figlio Paolo che aveva sempre odiata la madre e che obbligò, in segno di ultimo spregio, di seppellirla insieme ai resti, ormai decomposti del detestato marito Pietro, nella Cattedrale dei Santi San Pietro e Paolo, a San Pietroburgo.

Per saperne di più:

La nascita della Russia

Grigorij Aleksandrovič Potëmkin

Fonti:

Alcune voci di Wikipedia

Musini, Daniela. Le indomabili: 33 donne che hanno stupito il mondo

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