sabato, Maggio 18

Cominciata la costruzione del telescopio più grande del mondo

Cominciata la costruzione del telescopio più grande del mondo. Questo è uno dei più grandi progetti scientifici del 21° secolo. Lo Square Kilometer Array, o SKA, diventerà il più grande radiotelescopio del mondo, quando sarà completato nel 2028.

La struttura, che sarà suddivisa tra Sud Africa, Australia e con una sede centrale nel Regno Unito, servirà ad approfondire le più grandi questioni nel campo dell’astrofisica. Il telescopio avrà come obiettivo quello di eseguire test molto precisi sulle teorie di Einstein. Inoltre, cercherà persino gli extraterrestri.

Le delegazioni degli otto paesi, che si stanno occupando del progetto, stanno partecipando alle cerimonie che si stanno svolgendo nella remota contea di Murchison nell’Australia occidentale e nel Karoo del Capo Settentrionale del Sud Africa.

Il prof. Phil Diamond, direttore generale della Square Kilometer Array Organisation, ha dichiarato che: “Questo è esattamente il momento in cui il progetto diventa reale. È stato un viaggio lungo 30 anni. I primi 10 anni sono stati dedicati allo sviluppo di concetti e idee. Il secondo decennio è stato utilizzato per lo sviluppo della tecnologia. Infine, l’ultimo decennio è stato dedicato alla progettazione dettagliata, alla messa in sicurezza dei siti, all’accettazione da parte dei governi di istituire un’organizzazione del trattato (SKAO) e fornire i fondi per iniziare”.

Il telescopio SKA

La struttura iniziale del telescopio sarà composto da poco meno di 200 antenne paraboliche, o “parabole”, oltre a 131.000 antenne a dipolo, strumenti che assomigliano un po’ a degli alberi di Natale. L’obiettivo è quello di costruire un’area di raccolta efficace di centinaia di migliaia di metri quadrati.

La composizione della struttura conferirà allo SKA una sensibilità e una risoluzione senza pari, capacità che serviranno a sondare i suoi obiettivi nel cielo. Il sistema funzionerà su una gamma di frequenze da circa 50 megahertz a, in ultima analisi, 25 gigahertz. In termini di lunghezza d’onda, questo è un intervallo che spazia su una dimensione che va dai centimetri ai metri.

Le caratteristiche della struttura dovrebbero consentire al telescopio di rilevare segnali radio molto deboli, elementi provenienti da sorgenti cosmiche situate a miliardi di anni luce dalla Terra, in cui sono compresi quei segnali che sono stati emessi nelle prime centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang.

Tra gli obiettivi di SKA c’è quello di tracciare l’intera storia dell’idrogeno, l’elemento più abbondante nell’universo. Il telescopio dovrebbe essere in grado di rilevare la presenza dell’idrogeno ancor prima che le sue grandi nubi collassino, un evento in grado di formare le stelle.

Il dott. Shari Breen, capo delle operazioni scientifiche dell’osservatorio, ha spiegato che: “Lo SKA contribuirà ad ampliare molte aree dell’astronomia. Tra queste ci sono i ‘lampi radio veloci’ che sono stati rilevati, fenomeni che sono in grado di emettere l’equivalente di un anno intero di energia del nostro Sole in solo una frazione di secondo. E non abbiamo idea di cosa siano. Com’è possibile? Speriamo molto che lo SKA possa fornire una risposta”.

Il progetto

Il telescopio verrà costruito in aree già utilizzate per la radioastronomia su scala ridotta. Per poter espandere questi siti, sono stati necessari diversi accordi fondiari con gli agricoltori del Karoo e con i Wajarri Yamaji, i detentori del titolo aborigeno nel Murchison. Ed è stata proprio la comunità Wajarri ad organizzare la celebrazione di lunedì per inaugurare lo SKA.

L’esborso finanziario del progetto, fino ad oggi, ammonta a poco meno di 500 milioni di euro, e prevede un budget di costruzione finale di 2 miliardi di euro. Il primo importante traguardo dovrebbe arrivare nel 2024, momento in cui le parabole presenti in Australia e sei stazioni di antenne situate in Sud Africa funzioneranno in contemporanea.

Lo SKA, entro il 2028, avrà un’area di raccolta effettiva di poco meno di 500.000 metri quadrati, un assetto che crescerà fino all’agognato milione di metri quadrati, o un chilometro quadrato. Il progetto di ampliamento potrebbe essere realizzato solo se molti altri paesi si unissero all’organizzazione e fornissero i fondi necessari.

Gli attuali membri del progetto sono il Sud Africa, l’Australia, il Regno Unito, la Cina, l’Italia, i Paesi Bassi, il Portogallo e la Svizzera. Questi paesi hanno tutti ratificato il trattato. La Francia, la Spagna e, più recentemente, la Germania, si sono avviate verso la via di adesione al progetto. Mentre il Canada, l’India, la Svezia, la Corea del Sud e il Giappone hanno indicato la loro intenzione di aderire ma più avanti.

Il prof. Phil Diamond, conclude spiegando che: “In realtà stiamo parlando anche con altri paesi, per poter verificare quale interesse effettivo potrebbero avere nell’unirsi al progetto dell’osservatorio”.

FONTE:

https://www.bbc.com/news/science-environment-63836496?fbclid=IwAR3enM_fyL2xuxV9BO1Tzl5g_e60ZmYsjAt60_4QAxN89qnzia9AkLafI5I

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