Protagonisti di vari miti antichi, come quello sulla fondazione di Delfi (e del suo celebre santuario) e della città di Taranto, recando dal mare in groppa il fondatore Taras, questi mammiferi sono generalmente ritenuti simpatici, gioiosi e altruisti, ma ultimamente gli studiosi ne hanno scoperto aspetti piuttosto negativi, di opportunismo e persino di una certa violenza.
Caratteristiche fisiche
I delfini, mammiferi marini dell’ordine dei Cetacei, hanno corpi affusolati ed usano la pinna caudale come organo propulsore al moto. Possono raggiungere anche i 50 km/h. Riescono a fare alti salti e a cavalcare le onde. Hanno in testa un grosso organo per orientarsi e ricercare cibo (pesci, molluschi e crostacei). Possiedono molti denti, fino a 250. Il loro cervello è grande, dotato di una corteccia simile alla nostra. Abbastanza longevi, possono vivere fino ai 35-50 anni.
Organizzazione sociale
L’organizzazione sociale dei delfini risulta essere assai articolata: i gruppi basilari (famiglie), sono legati in clan, a loro volta riuniti in bande, che costituiscono l’associazione più ampia che si trova in natura. Queste sembrano indirizzate alla cooperazione soprattutto per l’accesso al cibo e alla riproduzione. In zone con cibo abbondante, si possono raggruppare concentrazioni anche di più di 1000 delfini.
Linguaggio speciale
Adoperano fischi specifici, prodotti tramite sacchi aerei nasali situati appena sotto lo sfiatatoio, per comunicare informazioni utili con gli altri, soprattutto per risolvere insieme certi problemi quotidiani. Il loro “alfabeto” consiste in una serie di click, ripetuti da 2 a 49 volte, con cui sembrano formare loro “frasi”. Più lente invece le vocalizzazioni tra madri e figli, che rinsaldano il loro legame materno.
Altruismo
I delfini ( e gli altri mammiferi marini) hanno dato spesso prove di assistenza non solo verso i propri cuccioli o individui adulti feriti, sostenendoli, portandoli in superficie per respirare, ma anche nei confronti di altre specie. Ad esempio, due capodogli (madre e figlio) arenati su di una spiaggia sabbiosa della Nuova Zelanda, sono stati salvati dalla delfina Moko, che li ha poi guidati lungo un canale, fino al mare aperto. Ci sono stati anche casi di umani salvati dal pronto intervento dei delfini.
Alleanze maschili
Secondo recenti osservazioni della etologa Stephanie King di Bristol, i delfini tursiopi maschi formano tre livelli diversi di alleanze tra loro, in numero crescente da 2-3, a 4-14 e più, innanzitutto per isolare una femmina, spingendola ad accoppiarsi con uno di loro, e poi anche per difenderla da altre alleanze. Ovviamente un maschio solo avrebbe meno possibilità di riprodursi.
Doppia personalità
L’immagine serena dei delfini divertenti e solidali sembra però compromessa alla luce di studi recenti di scienziati americani. I delfini allo stato selvatico restano pur sempre autentici predatori territoriali, piuttosto calcolatori nelle strategie di caccia, che talvolta arrivano persino alla violenza sessuale sulla femmina prescelta, pur di dimostrare la loro superiorità su altri maschi dei loro gruppi.
Possono esserci battaglie cruente tra una ventina di delfini, che si mordono e si colpiscono in modo feroce per prendersi una femmina. Si possono verificare anche casi di infanticidi. I legami di coppia non sono di certo stabili nel tempo.
Pericoli
Varie specie di delfini sono a rischio estinzione, per l’inquinamento da plastica, che, ingerita, li può soffocare, per spiaggiamenti, per la pesca eccesiva e incontrollata. Inoltre secondo molti ambientalisti, certi delfinari e parchi acquatici costringono questi animali in spazi troppo ristretti.
(