sabato, Maggio 4

Il batterio carnivoro che fa tremare il Giappone

Come ci ha insegnato la recente pandemia dii Covid19, sempre di più l’uomo sarà impegnato a proteggersi da virus e batteri che possono innescare epidemie, talvolta molto preoccupanti per la salute pubblica. I motivi di questo proliferare di aggressioni patogenesono numerosi e vanno dalla massiccia deforestazione al sovraffollamento urbano, da sistemi sanitari, soprattutto nei paesi più poveri, non all’altezza di queste sfide all’insufficiente azione di prevenzione a medio e lungo termine, contro questi rischi.

Il Giappone trema

In Giappone cresce la paura per la diffusione della sindrome da shock tossico streptococcico (Stss), un’infezione batterica da streptococco A rara, ma molto grave, che può causare necrosi dei tessuti e per questo viene definita “malattia carnivora” o del “batterio carnivoro”. Il numero dei contagi nella terra del Sol Levante, supera già oggi il numero totale di quelli segnalati nel 2023.

Sono stati registrati 88 casi solamente nella città di Tokyo, insieme ai 517 casi a livello nazionale. Numeri, come riporta The Japan Times, che hanno spinto le autorità giapponesi a emettere un’allerta sanitario. Il netto incremento di casi potrebbe essere associato ad una variate del batterio nota come ceppo M1UK.

Il batterio “carnivoro”

Il responsabile di questa sindrome rara quanto grave e pericolosa è lo streptococco di tipo A, lo Streptococco pyogenes che di solito si “limita” a causare malattie lievi come la tonsillite, la faringite e la scarlattina. Talvolta però questo batterio evolve in possibili complicanze, fino a scatenare la sindrome da shock tossico streptococcico. Nei casi più gravi questa infezione può causare la necrosi dei tessuti connettivi che ricoprono i muscoli e per questo che i media lo hanno ribattezzato come “batterio carnivoro”.

I sintomi

Questa sindrome dopo 24-48 ore di incubazione manifesta sintomi quali febbre alta, abbassamento della pressione arteriosa (ipotensione), tachicardia, tachipnea, scompenso di diversi organi, eruzioni cutanee che sfociano in necrosi e nel 30% dei casi morte.

Diagnosi e cura

Le persone che contraggono questa malattia necessitano di cure intensive ospedaliere. Il protocollo prevede la somministrazione di liquidi per via endovenosa, antibiotici e interventi chirurgici per la rimozione dei tessuti infetti, nonostante questo su 100 persone infette, ben 30 muoiono.

Come si trasmette il batterio

Lo streptococco di gruppo A può essere trasmesso per via respiratoria o per contatto diretto, nonché attraverso ferite a mani e piedi. Le misure cautelari sono un po’ quelle classiche, mascherina, lavaggio frequente delle mani e segnalazione ai sanitari fin dalle prime manifestazioni dei sintomi, affinché si possano effettuare i test per verificare l’effettiva insorgenza della malattia.

Gran parte delle infezioni si concentra sugli over 40 ma è stato notato nel 2023 un abbassamento della soglia d’età delle persone colpite da questa insidiosa e letale malattia.

Non solo Giappone

Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova avverte che non si tratta di un allarme che riguarda soltanto Tokyo: “Si tratta di un problema che non riguarda solo il Giappone ma sono stati registrati casi anche in Italia”

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