mercoledì, Maggio 8

Il telescopio spaziale Euclide recupera la “vista”

Il telescopio spaziale Euclide recupera la “vista”. Lo strumento ha recuperato la vista sull’universo oscuro grazie ad una campagna antighiaccio. La vista malata del telescopio Euclide è stata ripristinata dopo che una campagna sperimentale di sbrinamento ha fatto evaporare con successo il ghiaccio dagli specchi. Questo secondo quanto annunciato il 26 marzo dall’Agenzia spaziale europea, l’ESA.

Gli strati di ghiaccio, larghi quanto un singolo filamento di DNA, si sono accumulati sugli specchi di Euclide. Ciò ha causato una piccola ma progressiva diminuzione della quantità di luce stellare che il telescopio riusciva a catturare. I ricercatori hanno “sghiacciato” Euclide, per la prima volta, da un milione di miglia di distanza. Ciò è stato fatto riscaldando uno dei sei specchi del telescopio, l’oggetto fortemente sospettato come causa di gran parte del problema.

Lo specchio è stato riscaldato per un periodo di 1,6 ore, aumentando la sua temperatura da meno 232 gradi Fahrenheit (meno 147 gradi Celsius) a meno 171 gradi F (meno 113 gradi C). Lo strumento visibile (VIS), uno strumento scientifico presente a bordo di Euclide, raccoglieva meno luce stellare a causa del ghiaccio. Lo specchio ha già iniziato a ricevere il 15% di luce in più, confermando il successo della procedura di test.

Il telescopio spaziale Euclide: lo sbrinamento

Mischa Schirmer, scienziato di Euclide che ha guidato la campagna di sbrinamento, ha affermato in una dichiarazione che: “Ero certo che avremmo visto un miglioramento considerevole, ma non in modo così spettacolare”. I team dell’ESA nei Paesi Bassi, in Germania e in Spagna hanno collaborato alla campagna con gli appaltatori Thales Alenia Space e Airbus Space. I ricercatori hanno iniziato a riscaldare il telescopio quando era mezzanotte al controllo della missione. Ciò per assicurarsi di avere un contatto costante con il telescopio spaziale in caso di anomalie.

Micha Schmidt, responsabile delle operazioni del telescopio Euclide ha spiegato che: “Per fortuna, tutto è andato come previsto. Quando abbiamo visto la prima analisi fornita dagli esperti scientifici, sapevamo che sarebbero stati molto contenti. Il risultato è stato decisamente migliore del previsto”.

telescopio

Conclusioni

L’accumulo di ghiaccio sugli specchi non è raro per i telescopi spaziali. Quindi non è stata una sorpresa totale per il team della missione Euclide. Infatti, è quasi impossibile impedire alle gocce d’acqua nell’aria di entrare negli strumenti durante l’assemblaggio. Per questo, secondo quanto affermato dai funzionari dell’ESA “ci si aspetta che l’acqua potesse accumularsi gradualmente e contaminare la visione di Euclide”.

Il team di missione di Euclide ha tentato di far evaporare la maggior parte delle molecole d’acqua riscaldando il telescopio poco dopo il lancio l’anno scorso. Nonostante ciò “una frazione considerevole è sopravvissuta essendo stata assorbita nei numerosi strati di isolamento del telescopio”. Una volta nel vuoto dello spazio le molecole d’acqua si sono liberate e si sono congelate sulle prime superfici su cui sono atterrate, tra cui gli specchi del telescopio.

I ricercatori non sanno esattamente quanta umidità rimane all’interno del telescopio. Di conseguenza, si aspettano che la visione di Euclide, che mira ad aiutare gli astronomi a comprendere meglio la misteriosa materia oscura e l’energia oscura, si abbassi nuovamente in futuro. Reiko Nakajima, scienziata di Euclide presso l’Università di Bonn in Germania rassicura dichiarando che: “Sarà semplice ripetere questa procedura di decontaminazione selettiva ogni sei-dodici mesi, con un costo minimo per le osservazioni scientifiche per il resto della missione”.

FONTE:

https://www.space.com/euclid-dark-matter-telescope-vision-restored

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