giovedì, Maggio 16

Il Grande Sonno di Howard Hawks

Howard Hawks (1896-1977) è stato uno dei più grandi registi dell’era classica del cinema hollywoodiano, eclettico maestro, insuperabile nei film d’azione, Hawks ha firmato alcuni dei capolavori della cinematografia mondiale come “Susanna!” (1938), “Il fiume rosso” (1948), “Gli uomini preferiscono le bionde” (1953), “Acque del Sud” (1944) e “Il grande sonno” (1946).

Quest’ultimo trasporta sul grande schermo l’omonimo romanzo di Raymond Chandler, inventore di uno dei ritratti più intensi di detective privato, Philip Marlowe. Il grande sonno è quello che si dorme con la morte e come dice Marlowe quando tocca a noi «non ci interessa più dove il nostro corpo sia sepolto e che cosa facciano gli altri».

Marlowe ha il volto malinconico e squadrato di Humphrey Bogart nel momento più alto della sua carriera, insieme al divo hollywoodiano recita la giovanissima Lauren Bacall (1924-2014). I due si erano conosciuti due anni prima sul set di “Acque del Sud“, sempre diretto da Hawks, lei aveva appena 19 anni e Bogart ben 25 anni di più. Nonostante questa profonda differenza d’età i due si innamorarono perdutamente e si sposarono nel 1945. Bogart fu l’unico amore della sua vita, come la Bacall ebbe modo di dire molte volte e al quale rimase accanto fino alla morte prematura, avvenuta nel 1957, a causa di un cancro all’esofago.

La trama del film è piuttosto intricata e a tratti quasi incomprensibile. Marlowe viene arruolato per indagare su un ricatto, ma poi decide di indagare per conto proprio su Sean Reagan, un giovane scomparso nel nulla, e scopre una rete intricatissima di ricatti, omicidi, droga, prostituzione, furti e bische clandestine.

L’azione è serrata, senza un attimo di tregua, grazie ad un montaggio lineare e trasparente. Hawks alterna sapientemente riprese in soggettiva con quelle in oggettiva, senza tempi morti in modo da mantenere sempre alta la tensione narrativa. Ogni parte della narrazione è scarna, limitata al minimo essenziale, movimenti di macchina, dialoghi, sono improntati ad un asciutto “minimalismo” che accresce il ritmo narrativo e tiene lo spettatore sempre sulla corda.

Finito di girare nel 1944, verrà successivamente modificato per l’uscita nelle sale del 1946 con scene rigirate dalla coppia e alcuni tagli che rendono incomprensibili alcuni passaggi della trama. Il Marlowe interpretato da Bogart, sotto la regia sapiente di Hawks, ci consegna la figura più iconica del detective privato. Un detective con le sue fragilità umane appena nascoste da una tenace determinazione, a questo proposito, giustamente iconica la scena finale, quando Marlowe sfida il capo del racket Eddie Mars: il detective, nelle sue debolezze di uomo duro e solitario, sembra vacillare, ma non molla la presa, fino all’inevitabile conclusione.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Bernardi, Sandro. L’avventura del cinematografo

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