domenica, Aprile 28

Il mondo nell’anno Mille

Per troppo tempo, soprattutto nell’emisfero occidentale cristiano si è considerato il periodo intorno all’anno Mille della storia dell’umanità come un tempo buio, declinante, afflitto da ansie millenaristiche. In realtà questa descrizione è soltanto parzialmente vera e certamente non riguarda altre aree del pianeta come l’impero cinese o l’Islam globale. Quale era la situazione del mondo intorno all’XI secolo dell’era cristiana?

La popolazione

Partiamo dalla situazione demografica precisando subito che si tratta di stime, in alcuni casi abbastanza attendibili, in altre frutto di ardite supposizioni giacché nessuno è in grado di stabilire l’effettiva popolazione mondiale di quell’epoca. Nella più ottimistica delle stime la Terra è abitata da meno di 300 milioni di individui. Rispetto agli 8 miliardi attuali una cifra irrisoria che ci consegna un pianeta molto meno antropizzato e una natura ancora dominante e incontrastata.

L’area più popolata della Terra è l’Asia che raggiunge una popolazione stimata tra i 180 e i 200 milioni di abitanti con la Cina e il subcontinente indiano, che come oggi, la fanno da padroni in campo demografico. Il Giappone ha circa 7 milioni e mezzo di abitanti. L’Africa conta una trentina di milioni di individui concentrati soprattutto in Egitto e nella zona settentrionale che si affaccia sulle sponde del Mediterraneo. Per i continenti americani la stima si fa ancora più complessa, si presume una popolazione complessiva di 11,5 milioni di abitanti, dei quali circa 8 concentrati nel Messico e nel Perù incaico, mentre il tutto il Nord America (Stati Uniti e Canada) a stento si raggiunge 1 milione di abitanti. Nessuna stima è poi possibile per quanto riguarda l’Australia e l’Oceania in generale.

In Europa si stima vivano tra i 30 e i 35 milioni di abitanti, in uno spazio che va dalle sponde dell’Atlantico agli Urali, dal Mediterraneo ai paesi scandinavi. Ed a proposito di spazi, il mondo dell’anno Mille è caratterizzato da spazi enormi, distanze irraggiungibili, percorsi disagevoli contrassegnati come sono da immense foreste, deserti e oceani che sbarrano la strada anche ai più audaci esploratori.

Le entità politiche

Le strutture politiche del tempo, ad eccezione dell’impero cinese, sono fragili, poco omogenee incapaci di controllare effettivamente vaste estensioni territoriali. Di conseguenza i confini sono labili, fluidi, di fatto in taluni casi inesistenti. In questo contesto il vero centro politico ed economico è rappresentato dalla città.

Esse consentono un antropizzazione durevole, lo stabilirsi di relazioni solide e permanenti, lo sviluppo di attività economiche strutturate, svolgono da crocevia del commercio, sia esso marittimo che terrestre. In poche parole sono le uniche entità che controllano davvero lo spazio. Le città si sviluppano intorno a fiumi, coste, ma anche ai margini di aree desertiche, sul limitare di foreste e intorno a se generano altri villaggi e insediamenti rurali con cui intessono proficue e intense relazioni umane ed economiche.

Le città intorno all’anno Mille

Alcune di queste città, sono delle vere e proprie metropoli, soprattutto in Cina come Kaifeng e Hangzhou, capitali dell’impero Song, che raggiunsero e superarono il milione di abitanti. Fondamentali anche le tante città grandi e piccole che presiedono le rotte commerciali dell’Asia Centrale come Balkh, Merv, Otrar, Kabul, Herat, Nishapur. Proseguendo verso Ovest si arriva alla magnifica Baghdad, nel bacino mesopotamico e giungendo in Europa, sono una sessantina gli insediamenti urbani di un’apprezzabile dimensione, su tutti l’opulenta Costantinopoli, capitale dell’impero bizantino.

Tornando in Asia non possiamo non citare le città indiane costiere e dell’entroterra, mentre nel Giappone del periodo Heian, è impossibile non citare la splendida capitale Heian Kyo. Le città rivestono un ruolo fondamentale anche nella civiltà maya, si tratta di città stato in perenne conflitto tra loro, che intorno all’anno Mille sono già in fase declinante. Nel mondo cristiano le città costiere svolgono una preziosa opera di collante culturale, politica ed economica, stessa cosa non si può dire per quelle dell’entroterra. Esse attraversano una fase declinante che durerà per gran parte del XI secolo prima di tornare a rifiorire.

Le vie del commercio e delle idee

Le città sono lo snodo di movimenti umani che niente hanno a che fare con le migrazioni dei popoli nomadi. Si tratta di spostamenti dettati dai traffici commerciali, che veicolano anche e soprattutto idee e culture e si spostano lungo l’asse Est-Ovest, per intenderci dalla Cina al Mediterraneo. Attraverso le carovane che percorrevano la Via della Seta, ma soprattutto la millenaria via dei Monsoni, tramite plurisecolare di scambi e di relazioni, che dal mar della Cina attraverso lo stretto di Malacca si collegava alle penisole indiana e arabica e da qui raggiungeva le coste egiziane e le città costiere dell’est africano come Mogadiscio.

Questi intensi scambi economici ma soprattutto culturali e di idee poggiano su una fitta rete costituita da porti, città, strade, piste carovaniere, oasi che sono la base di un principio di globalizzazione, sia pure essenzialmente unidirezionale. Un ruolo non marginale in questo contesto lo giocherà il clima.

I cambiamenti climatici dell’anno Mille

A partire dal X secolo si susseguono forti cambiamenti nel clima del pianeta. Si tratta della cosiddetta anomalia climatica medievale che durerà fino alla metà del XIII secolo. Due sono gli eventi che la provocano: una forte diminuzione dell’attività vulcanica tra il 960 e l’anno 1000 e un’azione più energica del Sole (great solar maximum) che mettono in movimento le grandi pompe oceaniche regolatrici delle temperature dell’acqua e le circolazioni atmosferiche.

Il combinato disposto di questi due fattori provoca un riscaldamento globale medio di 1 o 2 gradi, con punte di 4 gradi nel profondo Nord. Il clima dell’epoca si disegna però in modo irregolare, ad un significativo aumento della temperatura delle acque nel Nord del pianeta e ad un riequilibrio delle correnti monsoniche asiatiche fanno da contraltare periodi di grave siccità nelle aree equatoriali e in molte zone del Nord Africa. Le aree più favorite furono l’Occidente latino, il circuito mediterraneo, gran parte dell’Asia meridionale, il Nord America orientale che vissero un periodo felice dal punto di vista climatico.

Conclusione

Il mondo intorno all’anno Mille si presenta quindi come un periodo di grandi cambiamenti e dinamicità che poco ha a che fare con la descrizione di un’era buia e regressiva. Molti sono gli epicentri di questa vivacità sociale, economica e culturale. Uno di essi è certamente il Mediterraneo, dove la circolarità di persone, commerci e idee è iniziata molto presto, grazie anche a strutture politiche forti come l’Impero romano che ha rafforzato ed esteso una secolare integrazione di popoli e culture che prosperarono sulle sponde di questo straordinario mare interno.

Per saperne di più:

La Via della Seta

Fonti;:

Mascilli Migliorini, Luigi; Feniello, Amedeo; Francesca Canale Cama. Storia del mondo

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