giovedì, Maggio 16

Il ruolo del Califfato nell’Islam

Califfo in arabo significa successione, luogotenenza e questa istituzione emerge all’indomani della morte di Maometto. Il Califfo rappresenta l’unità politica e religiosa della comunità dei credenti, l’Umma. Come per tutte le istituzioni umane, anche il Califfato nasce nel solco di più tradizioni romane, persiane e bizantine, che coniugavano la sfera politica e quella religiosa in un’unica figura.

La nascita del Califfato è quindi un processo propriamente politico tanto che questa istituzione non è prevista né dal Corano e tantomeno dalla Sunna di Maometto. Con il passare del tempo nel potere del Califfo si andarono accentrando progressivamente potere politico, esecutivo e giudiziario.

In una prima fase, tra il 632 e il 661 dell’era volgare il Califfato fu un istituzione elettiva per poi, successivamente passare ad una forma “dinastica” di potere. Al Califfo spettava tra gli altri il compito di far applicare la Legge divina ma non di interpretare il Corano, funzione distribuita orizzontalmente tra gli Ulema, i dotti della religione islamica.

La tendenza dinastica del Califfato inizia ad affermarsi in mezzo a contraddizioni e battute d’arresto tra il 661 e il 750 sotto la dinastia omayyade. La definitiva e radicale trasformazione avviene però sotto la più duratura delle dinastie califfali, quella degli abbasidi che con alterne vicende durerà dal 750 al 1258 dell’era volgare.

Il passaggio dalla dinastia omayyede a quella abbaside è prima di tutto un sollevazione contro l’etnia araba che tendeva ad emarginare i non arabi convertiti all’Islam e che concentrava in se la maggior parte della ricchezza, all’epoca costituita dalla terra e dal bestiame. Si trattava di una stridente contraddizione nei confronti del messaggio egualitario del Profeta. La ribellione parte dall’Asia centrale turco-iranica e da li si propagò verso ovest, trovando nella magnifica Baghdad il cuore del Califfato abbaside.

Lo scontro decisivo avviene il 25 gennaio 750 sulle rive del fiume Zab, nell’attuale Iraq, fra l’esercito dell’ultimo califfo omayyade, Marwan II, e l’esercito degli Abbasidi, loro rivali nella pretesa al califfato. La vittoria di questi ultimi decretò la fine del califfato omayyade. Con questa vittoria inizia per il mondo mussulmano una fase nuova che non soltanto porterà al consolidamento delle fondamenta teologiche e politiche del Califfato ma darà un nuovo e decisivo ruolo al contributo dei fedeli non arabi.

A partire dal Califfato di al-Mansur (712-775) si consolidò un’efficiente struttura organizzativa e burocratica in grado di gestire un impero globale che andava dalle coste del Mediterraneo fino al Centro Asia, alle città di Kabul, Kandahar, Nishapur, Merv, Samarcanda fino a toccare il confine orientale segnato dal fiume Indo.


Il vertice politico del Califfato era costituito dal Vizir, il principale consigliere del Califfo che con il passare del tempo assunse un’importanza sempre maggiore e una schiera di funzionari (kuttab) che insieme a segretari particolari del Califfo, formavano una struttura di governo, chiamata Diwan. Il potere centrale, costituito dal Diwan controllava direttamente l’Iraq, la Mesopotamia, l’Egitto, la Siria e la Persia occidentale, attraverso dei governatori nominati per un periodo piuttosto breve, in modo che non potessero consolidare un potere autonomo periferico in grado di ribellarsi all’autorità califfale.

C’erano poi le regioni “affiliate” alcune zone dell’Asia Centrale e tutto il Nord Africa che godevano di larga autonomia ma con l’obbligo di versare al governo centrale un tributo annuo. Il califfato abbaside riuscì a contenere il potere tribale che era stato una delle caratteristiche del mondo arabo beduino. L’esercito svolse in tal senso un ruolo centrale, formato per lo più da professionisti della guerra, era a forte base multietnica, dipendeva direttamente dal Califfo e tra le forze armate califfali spiccavano i turchi, soldati coraggiosi e fidati, lontani dagli scontri religiosi e ideologici che dilaniavano altre etnie.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Treccani.it

Mascilli Migliorini, Luigi; Feniello, Amedeo; Francesca Canale Cama. Storia del mondo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights