giovedì, Maggio 16

Due galassie si sono fuse tra di loro

Due galassie si sono fuse tra di loro. Ecco cosa è successo. I ricercatori sono riusciti ad osservare due galassie che si sono fuse tra di loro. Si tratta di un evento preoccupante?

Il team di astronomi giapponesi, attraverso il telescopio James Webb, ha individuato la posizione precisa di quello che può essere definito il “motore” della galassia in fusione IIZw096. La ricerca è stata pubblicata su Le lettere del diario astrofisico.

Le galassie

La galassia IIZw096 si trova a quasi 500 milioni di anni luce di distanza, vicino alla costellazione del Delfino. Secondo le informazioni raccolte dal James Webb, attualmente, la galassia è il sito di una spettacolare esplosione di formazione stellare. Quest’ultima è visibile sotto forma di puntini rossi presenti vicino al centro dell’immagine.

Hanae Inami dell’Università di Hiroshima ha spiegato che: “Il James Webb Space Telescope ci ha offerto visioni completamente nuove dell’universo. Questo grazie alla sua alta risoluzione spaziale e la sua sensibilità agli infrarossi, le più elevate di sempre”.

Il team di ricerca voleva trovare il “motore” che alimenta questo sistema di fusione delle galassie. I ricercatori sono al corrente che questo motore è nascosto, in profondità, dalla polvere cosmica. Per questa ragione non potevano utilizzare la luce visibile o ultravioletta per poterlo trovare. Ed è stato solo grazie al medio infrarosso, osservato con il James Webb, che si è potuto localizzare questa potente sorgente.

Galassie e eventi celesti

Le stelle, i pianeti e molti altri componenti galattici possono scontrarsi mentre si fondono, fornendo così il materiale per nuovi eventi celesti. La maggior parte di queste collisioni galattiche produce solamente luce infrarossa, invisibile agli esseri umani. Le collisioni hanno lunghezze d’onda maggiori della luce visibile.

Il team di ricerca ha scoperto che il sistema di fusione era dominato dall’emissione di luce infrarossa già nel 2010. Questo è stato scoperto grazie al telescopio spaziale Spitzer. La risoluzione del telescopio ha però impedito ai ricercatori di individuare la posizione precisa del motore, nonostante fossero in grado di misurarne la potenza.

Il James Webb Space Telescope ha permesso loro di notare che questo motore è responsabile della maggior parte delle emissioni nel medio infrarosso. Infatti, rappresenta, fino al 70% dell’emissione infrarossa totale del sistema. Inoltre, hanno anche osservato che la sorgente possiede un raggio non superiore a 570 anni luce.

Si tratta di una piccola frazione delle dimensioni del sistema di fusione, che è di circa 65.000 anni luce di diametro. Il coautore Thomas Bohn dell’Università di Hiroshima ha spiegato che: “Questo indica che l’energia è confinata in un piccolo spazio”.

Conclusioni

Il team di ricerca vuole adesso cercare di sapere in quale modo si alimenta questa fonte. Tra le possibilità ci sono o un’esplosione stellare oppure un’enorme buco nero. Per questo, il team di ricerca utilizzerà gli spettri infrarossi ripresi con il James Webb. Inoltre, è insolito che il “motore” sia situato al di fuori delle zone centrali delle galassie in fusione. Il team di ricerca ha deciso quindi di esplorare in quale modo la potente fonte di energia sia finita lì.

I ricercatori hanno già scoperto 12 gruppi di luce, di cui cinque sono stati trovati per la prima volta usando il Webb. Molti di loro erano già stati osservati dal telescopio spaziale Hubble. Secondo Hanae Inami, questi rilasciano luce nel medio infrarosso, che potrebbe essere un segno evidente dell’inizio della formazione delle stelle.

Le immagini hanno rivelato un aspetto nascosto della galassia in fusione IIZw096. Inoltre, hanno anche aperto una porta per poter identificare delle fonti, fortemente oscurate, dalla polvere, che non possono essere individuate con lunghezze d’onda più corte. Le future osservazioni spettroscopiche potrebbero fornire ulteriori informazioni sulla natura della polvere, del gas ionizzato e del gas molecolare caldo.

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