domenica, Maggio 19

La morte delle cellule

Ogni giorno miliardi di cellule del nostro organismo muoiono e altri miliardi di cellule spazzano via i loro resti. Si tratta di una morte singolare, quasi un “suicidio programmato“, il termine tecnico esatto è apoptosi. Questa definizione coniata nel 1972 da  John F. Kerr, Andrew H. Wyllie e A. R. Currie, deriva dal termine greco che indica la caduta delle foglie e dei petali dei fiori.

L’apoptosi si attiva nel momento in cui una cellula si sente inutile o per meglio dire inutilizzata, se non riceve nessun genere di istruzione attiva da un’altra cellula si uccide automaticamente, auto divorandosi. Questo processo noto come morte cellulare programmata non deve essere confuso con la necrosi cellulare. La necrosi  è una forma di morte cellulare in cui le membrane cellulari si sfaldano e gli enzimi  cellulari fuoriescono e infine digeriscono la cellula.

La necrosi provoca una reazione ospite locale, chiamata infiammazione, indotta da sostanze rilasciate da cellule morte e che serve a eliminare i detriti e avviare il successivo processo di riparazione. Gli enzimi responsabili della digestione della cellula derivano dai lisosomi e possono provenire dalle stesse cellule morenti o da leucociti reclutati come parte della reazione infiammatoria. La necrosi è spesso il culmine di un danno cellulare reversibile che non può essere corretto.

Le cellule possono morire per altro quando subiscono aggressioni come quelle provocate da virus e batteri, anche se la stragrande maggioranza delle morti cellulari è legata al processo di apoptosi. Quando una cellula non muore secondo le istruzioni codificate e inizia a dividersi e proliferare siamo in presenza di un cancro. Si tratta di cellule “confuse” e questa eventualità accade molto più spesso di quanto si possa immaginare. Il corpo umano ha però una serie di meccanismi difensivi che entrano in gioco e che quasi sempre hanno ragione delle cellule cancerose.

Raramente questo processo di controllo ed eliminazione si fa sfuggire qualcosa. Statisticamente l’insorgenza di un tumore maligno si verifica ogni cento milioni di miliardi di duplicazioni cellulari. Questo dato dimostra l’alta efficienza del corpo umano e la “tremenda sfortuna” per coloro che sono costretti ad affrontare l’ordalia di un tumore.

L’efficienza nel complesso meccanismo di gestione delle cellule dipende dal flusso costante e caotico di messaggi che esse si scambiano: istruzioni, domande, correzioni, richieste di assistenza, aggiornamenti, ordini di procedere alla duplicazione o all’autoeliminazione. Gran parte di questi messaggi vengono trasmessi da ormoni come l’insulina, l’adrenalina, gli estrogeni e il testosterone. Altri messaggi provengono direttamente dal cervello o da un processo chiamato segnalazione paracrina. Si tratta di una modalità di secrezione di sostanze fisiologiche da parte di ghiandole interne nel corpo umano che influenzano cellule od organi bersaglio molto vicini alla ghiandola produttrice.

Completa questo complesso e intricato sistema di comunicazione, lo scambio di informazioni e istruzioni tra cellule vicine teso ad assicurarsi che le loro azioni siano coordinate. In conclusione possiamo affermare che gran parte delle morti cellulari è intrinsecamente connessa con il sistema di comunicazione che abbiamo sommariamente descritto.

Foto di Arek Socha da Pixabay

Foto di Arek Socha da Pixabay

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Treccani.it

Breve storia di quasi tutto di B. Bryson

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights