sabato, Maggio 18

L’ordine dei Templari

Nel XII secolo fiorirono una serie di particolari ordini religiosi che univano l’accettazione dei voti religiosi di castità, povertà ed obbedienza al dovere di lottare contro gli infedeli e proteggere i poveri e gli oppressi.

Il più famoso e potente fu certamente l’Ordine dei Templari o più precisamente quello dei “Poveri compagni d’arme di Cristo e del Tempio di Salomone”. La fondazione dei templari avvenne, secondo il cronista Guglielmo di Tiro, nel 1118, quando: “alcuni nobili cavalieri, pieni di devozione per Dio, religiosi e timorati di Dio, rimettendosi nelle mani del signore patriarca per servire Cristo, professarono di voler vivere perpetuamente secondo le consuetudini delle regole dei canonici, osservando la castità e l’obbedienza e rifiutando ogni proprietà. Tra loro i primi e i principali furono questi due uomini venerabili, Ugo de Paganis e Goffredo di Santo Aldemaro”.

L’ordine venne ufficializzato nel 1129, assumendo una regola monastica, con l’appoggio di Bernardo di Chiaravalle. Il doppio ruolo di monaci e combattenti, che contraddistinse l’Ordine templare negli anni suscitò forti perplessità in ambito cristiano. Nell’anno della sua ufficializzazione anche la Regola costitutiva dell’ordine fu modificata introducendo il divieto di frequentare le donne (anche parenti), il divieto di usare la violenza gratuita e l’uso della balestra, considerata diabolica e condannata – insieme all’arco – da papi e concili come arma da non potersi utilizzare negli scontri tra cristiani. Inutile ricordare come quest’ultimo divieto venne nei fatti ignorato tanto che nel corso degli anni si formarono addirittura interi reparti costituiti da balestrieri, soprattutto tra le compagnie di ventura.

San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) fu il principale estimatore dei Templari di cui lodava la capacità di unire audacia bellica ed il fervore religioso contro i nemici della cristianità.

I Templari oltre a combattere, divennero ricchissimi grazie ai proventi della gestione dei beni dei pellegrini: a loro, probabilmente, si deve il primo capillare sistema bancario del Medioevo. Anche per questo, una volta terminate le crociate si moltiplicarono i nemici dell’ordine ed iniziarono a fioccare le maldicenze. Colse la palla al balzo il Re di Francia Filippo IV il Bello che voleva mettere le mani sull’immenso patrimonio dei Templari. Con l’aiuto di Papa Clemente V, li accusò di idolatria ed eresia (tra le colpe, quella di praticare la sodomia, di sputare sulla croce e di adorare un idolo barbuto nominato Baphomet). Dopo un lungo e drammatico processo che si aprì nel 1307, la fine dei templari si consumò nel 1314 tra le fiamme che avvolsero sul rogo l’ultimo Maestro Jacques de Molay e il precettore di Normandia Geoffrey de Charnay.

Si concludeva così tragicamente la storia di un’ordine che in circa due secoli era diventato così ricco e potente da costituire un insopportabile ingombro non soltanto per il Re di Francia ma anche per il Papato.

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