sabato, Dicembre 14

Tex #424 “Nella terra degli Utes”

La lunga stagione di Claudio Nizzi come sceneggiatore principale di Tex ed erede del suo creatore Gianluigi Bonelli, inizia in modo continuativo nel 1998. La storia che raccontiamo in questo albo, “Nella terra degli Utes” è invece del 1996 ed è già rappresentativa delle novità di stile e di contenuti che l’autore nato a Setif, in Algeria, nel 1938, introdurrà nella collana dell’inossidabile ranger.

Claudio Nizzi, l’innovatore

Come abbiamo anticipato Nizzi ha preso le redini di Tex nel 1998, succedendo al creatore originale Giovanni Luigi Bonelli, e ha continuato a scrivere storie per la serie fino al 2018. Eredita un personaggio estremamente delineato e codificato che incarna l’ideale dell’eroe del Far West americano

Nizzi porta una nuova profondità e complessità al personaggio di Tex. Esplora aspetti del suo carattere che non erano stati pienamente sviluppati nelle storie precedenti, come la sua relazione con i nativi americani e la sua lotta per la giustizia in un mondo spesso senza legge. Introduce nuovi personaggi e trame, espandendo l’universo di Tex e mantenendo la serie fresca e interessante per i lettori e soprattutto approfondisce la psicologia dei protagonisti, villain compresi, smarcandosi dalla dicotomia assoluta “bene e male” di bonelliana memoria.

Le storie di Nizzi per Tex sono note per la loro attenzione ai dettagli storici e geografici. Ha fatto ampio uso di ricerche per rendere il mondo di Tex il più autentico possibile, dando ai lettori un senso reale del tempo e del luogo in cui le storie si svolgono. Questo impegno per l’autenticità ha contribuito a rendere Tex uno dei fumetti più duraturi e amati in Italia. Claudio Nizzi ha scritto alcuni capolavori che rimarranno indelebili nella saga texiana che dura ormai da 75 anni.

Probabilmente ne dimentichiamo qualcuna ma non possiamo non segnalare veri e propri gioielli narrativi come “Furia rossa”, “Fuga da Anderville“, “Il ragazzo selvaggio“, “Il bisonte bianco”, “La congiura” e “La Tigre Nera”. In questo articolo abbiamo scelto di analizzare una storia forse meno apprezzata ma che contiene quasi tutti i paradigmi della cifra stilistica del Tex nizziano.

La storia (senza spoiler)

“Nella Terra degli Utes” è l’albo centrale di un’avventura che inizia con il numero 423 “L’uomo senza passato” e si conclude con il numero 425 “Sfida Infernale“, insomma il classico trittico texiano. In Arizona, Tiger Jack cade in mano ai trafficanti d’armi di Simon Gentry. Durante l’assalto al covo della banda, Kit Willer, colpito alla testa, precipita nel Little Colorado e viene trascinato via dalla corrente.

Gentry fugge e Tex spedisce all’inferno il farabutto che aveva sparato a Kit. A nulla valgono le ricerche di Piccolo Falco e Tex giura vendetta sulla tomba di Lilyth! Ma Kit è stato tratto in salvo da Fiore di Luna, la bella figlia del sakem ute Naso Piatto, e ribattezzato Tonkawa, che significa “portato dalle acque“. Il figlio di Tex è dunque vivo, ma privo di memoria del suo passato!

La bella Fiore di Luna si innamora del figlio di Tex suscitando l’ira di Falco Nero, un irruento giovane ute che capeggia un gruppo di indiani che mal si adattano alla politica di pace portata avanti dal saggio capo Naso Piatto. E qui ci fermiamo per i pochi fan di Tex che ancora non hanno avuto il piacere di leggere questa avvincente avventura.

Perché “Nella terra degli Utes”?

Come abbiamo accennato una delle innovazioni introdotte da Nizzi è una maggiore profondità del personaggio che in parte viene sciolto da quella “gabbia” caratteriale ed emotiva, che per altro ne aveva decretato il successo, cucitagli da Bonelli padre. In questa avventura Tex dimostra tutta l’umana ansietà per la sorte del figlio e ci sono richiami anche a quella breve stagione in cui, l’allora giovane fuorilegge, viveva una storia d’amore con Lilith, la figlia di Nuvola Rossa, capo dei Navajos.

Sempre in campo per così dire sentimentale Nizzi fa innamorare Kit della bella Fiore di Luna, ripercorrendo intenzionalmente l’unica vicenda amorosa di Tex con la sfortunata Lilith. Si tratta di un omaggio probabilmente a Gianluigi Bonelli di cui di li a poco avrebbe ereditato definitivamente il testimone come sceneggiatore principale di Tex.

E comunque “Nella terre degli Utes” è una grande avventura western a cui non manca niente di quell’immaginario che ha nutrito la fantasia di milioni di lettori. Uno spietato trafficante d’armi, una tribù di nativi divisa tra un capo saggio e prudente e un giovane guerriero dalla testa calda, agguati e sparatorie dove rimangono feriti sia Kit che Tex (peccato che la ferita alla spalla del ranger venga liquidata con un paio di giorni di “riposo”), una caccia spietata, un esito drammatico che riporta ad un evento già vissuto una ventina di anni prima.

E poi ci sono i disegni di Villa

Un ulteriore valore aggiunto lo conferiscono i disegni affidati a Claudio Villa, da poco più di venti numeri copertinista della testata. Il tratto profondamente realistico di Villa è quanto di meglio ci sia per farci immergere nell’atmosfera di questo classico dell’avventura texiana, a cui si associano le splendide copertine del trittico di albi che completano la storia.

Per saperne di più:

Claudio Nizzi

La valutazione

Soggetto e sceneggiatura: 8,5

Disegni: 8

Copertine: 8,5

Media: 8,33

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