mercoledì, Maggio 15

Hubble immortala una galassia apparentemente tranquilla

Hubble immortala una galassia apparentemente tranquilla. Il telescopio spaziale Hubble ha osservato una galassia a spirale che ospita una supernova. Hubble ha fornito un’istantanea unica della galassia a spirale UGC 11860, situata nella costellazione settentrionale di Pegaso.

La galassia è indicata anche come LEDA 67733 e MCG+04-51-014 all’interno di vari cataloghi astronomici. Questa si trova ad una distanza stimata di 184 milioni di anni luce dalla Terra. Un evento di supernova di tipo II chiamato ASASSN-14dq, nel 2014, è stato rilevato in UGC 11860 da un telescopio che aveva come obiettivo quello di perlustrare i cieli alla ricerca di fenomeni astronomici transitori. Il telescopio era l‘All Sky Automated Survey for Supernovae, uno strumento situato alle Hawaii.

Il team di ricerca di Hubble ha reso noto che: “L’aspetto sereno di UGC 11860 può essere ingannevole. Infatti, questa galassia ha recentemente ospitato un’esplosione stellare che ha prodotto un’energia quasi inimmaginabile”.

Hubble e la ricerca

La ricerca è stata svolta da due diversi gruppi che hanno utilizzato la Wide Field Camera 3 (WFC3) di Hubble per poter cercare le conseguenze dell’evento e svelare i resti persistenti di ASASSN-14dq. Uno dei team ha esplorato UGC 11860 per carpire informazioni maggiori sui sistemi stellari progenitori, formazioni che finiscono per incontrare la loro scomparsa a causa delle supernove.

Il team di ricerca ha spiegato che: “L’inimmaginabile ambiente energetico durante le esplosioni della supernova è principalmente responsabile della forgiatura che avviene tra gli elementi silicio e nichel. Comprendere l’influenza delle masse e delle composizioni dei sistemi stellari progenitori è vitale per spiegare quanti degli elementi chimici hanno avuto origine qui sulla Terra”.

L’altro team invece ha utilizzato lo strumento WFC3 per seguire ASASSN-14dq e altre supernove rilevate da telescopi. Il secondo team ha specificato che: “Questi occhi automatizzati sul cielo funzionano senza l’intervento dell’uomo e catturano eventi transitori nel cielo notturno. I telescopi ci consentono di rilevare qualsiasi cosa, dagli asteroidi inattesi alle supernove, formazioni rare e imprevedibili. Questi strumenti possono identificare degli oggetti molto intriganti, che possono poi essere studiati in modo più dettagliato da potenti telescopi come Hubble”.

Conclusioni

Le stelle giganti, con una massa di circa otto volte quella del Sole, ma anche più grandi, esplodono in supernove alla fine della loro vita per poi collassare in buchi neri. Le supernove, le esplosioni più grandi, luminose e violente dell’universo, sono delle vere e proprie fabbriche di elementi, secondo quanto affermato dagli astrofisici.

Queste infatti producono carbonio, la stessa sostanza chimica su cui si basano gli esseri umani e gran parte della vita sulla Terra. Inoltre, diffondono metalli come il calcio che si trova nelle ossa e il ferro, un elemento che si trova nel sangue, attraverso lo spazio interstellare. La dispersione di elementi prodotta dalle supernove semina nuove generazioni di stelle e pianeti.

Momentaneamente, in attesa di ricevere risposte alle domande chiave dell’universo, possiamo godere delle splendide immagini che sono e verranno rilasciate dal Goddard Space Flight Center della NASA, che periodicamente ci rende partecipi delle meravigliose immagini che Hubble cattura nella sua instancabile osservazione dell’universo.

FONTE:

https://mashable.com/article/nasa-hubble-supernova-aftermath

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