venerdì, Maggio 3

La sonda Voyager 1 sta inviando dati alla Terra

La sonda Voyager 1 sta inviando dati alla Terra. Un evento che avviene per la prima volta in 5 mesi. Gli ingegneri della NASA sono riusciti a ricevere dei dati decifrabili dalla sonda Voyager 1. Questo è avvenuto dopo aver creato una soluzione creativa, per risolvere un problema di comunicazione presente a bordo della sonda.

La Voyager 1 si trova attualmente a circa 24 miliardi di chilometri di distanza e, con i suoi 46 anni, la sonda ha mostrato molteplici peculiarità e segni di invecchiamento negli ultimi anni. L’ultimo problema riscontrato è emerso per la prima volta a novembre del 2023. Questo quando l’unità di modulazione della telemetria del sistema di dati di volo ha iniziato a inviare uno schema ripetuto di codice indecifrabile.

Il sistema di dati di volo della Voyager 1 raccoglie informazioni dagli strumenti scientifici della sonda e le raggruppa con dati ingegneristici che riflettono il suo attuale stato di salute. Il controllo della missione sulla Terra riceve tali dati in codice binario. Il sistema dei dati di volo della Voyager 1, da novembre, è rimasto bloccato. La sonda negli ultimi mesi ha continuato a trasmettere un segnale radio costante alla squadra di controllo della missione sulla Terra. Purtroppo però, il segnale non trasportava alcun dato utilizzabile.

Voyager

Voyager 1 e la risoluzione del problema

Il team della missione ha ricevuto i primi dati coerenti sulla salute e sullo stato dei sistemi tecnici della Voyager 1 lo scorso 20 aprile. Il team sta ancora esaminando le informazioni. Fino adesso ciò che ha visto finora suggerisce che la Voyager 1 è sana e funziona correttamente. Linda Spilker, scienziata del progetto Voyager presso il JPL ha dichiarato che: “Oggi è stata una giornata fantastica per Voyager 1. Siamo di nuovo in comunicazione con la sonda. E non vediamo l’ora di recuperare i dati scientifici”.

La svolta è arrivata grazie al risultato positivo di vari tentativi ed errori e dalla risoluzione di un mistero che ha portato la squadra ad un unico chip. Il team della missione, dopo aver scoperto il problema, ha tentato di inviare comandi per riavviare il sistema informatico della sonda e scoprire di più sulla causa alla base del problema.

Il team ha inviato un comando chiamato “poke” alla Voyager 1 lo scorso 1° marzo. Questo per fare in modo che il sistema di dati di volo eseguisse diverse sequenze software, con la speranza di scoprire cosa stava causando il problema. Il 3 marzo, il team ha notato che l’attività di una parte del sistema dei dati di volo si distingueva dal resto dei dati confusi. È stato qui che un ingegnere della Deep Space Network della NASA è riuscito a decodificarlo. Il segnale decodificato includeva la lettura dell’intera memoria del sistema dei dati di volo.

Voyager 1 la causa del problema

Il team ha determinato la causa del problema. Ossia, che il 3% della memoria del sistema dei dati di volo è stato danneggiato. Un singolo chip responsabile dell’archiviazione di parte della memoria del sistema, non funzionava correttamente. Al momento, la causa del guasto del chip è sconosciuta. La perdita del codice sul chip ha reso inutilizzabili i dati scientifici e ingegneristici della Voyager 1.

Il team, non potendo riparare il chip, ha deciso di archiviare il codice interessato nella memoria del sistema. Il 18 aprile gli ingegneri hanno inviato un segnale radio alla sonda, inserendo il codice in una nuova posizione nella memoria del sistema. L’immensa distanza della Voyager 1 dalla Terra, crea un ritardo nel segnale radio di circa 22,5 più altre 22,5 ore affinché un segnale di risposta dalla sonda raggiunga la Terra. Il 20 aprile, il team ha ricevuto la risposta della Voyager 1. Questa indicava che la modifica del codice aveva funzionato e potevano finalmente ricevere ancora una volta dati tecnici leggibili dalla sonda.

Conclusioni

Il team, nelle prossime settimane, continuerà a ricollocare altre parti interessate del software del sistema, comprese quelle responsabili della restituzione dei preziosi dati scientifici che Voyager 1 sta raccogliendo. Le sonde si stanno attualmente avventurando attraverso territori cosmici inesplorati lungo i confini esterni del sistema solare. Entrambe si trovano nello spazio interstellare. Al momento sono gli unici velivoli spaziali che abbiano mai operato oltre l’eliosfera.

La Voyager 2, che attualmente funziona normalmente, ha percorso più di 20,3 miliardi di chilometri dal nostro pianeta. Entrambe le sonde durante le loro missioni hanno riscontrato dei problemi e delle interruzioni impreviste, incluso un periodo di sette mesi nel 2020 in cui Voyager 2 non è riuscita a comunicare con la Terra. Il team ad agosto del 2023 ha utilizzato una tecnica di “urlo” a lungo raggio. Ciò per ripristinare le comunicazioni con la Voyager 2 dopo che un comando aveva inavvertitamente orientato l’antenna della sonda nella direzione sbagliata.

Il team stima che manchino poche settimane alla ricezione dei dati scientifici dalla Voyager 1 e non vede l’ora di vedere cosa contengono tali dati. Suzanne Dodd, Project Manager della Voyager conclude spiegando che: “Non sappiamo mai con certezza cosa accadrà alle Voyager, ma mi stupisce costantemente che continuino ad andare avanti. Abbiamo avuto molte anomalie e stanno diventando sempre più difficili. Ma finora abbiamo avuto la fortuna di riprenderci da loro. La missione continua, anche con l’ingresso di ingegneri più giovani, che stanno entrando a far parte del team della Voyager e contribuiranno con le loro conoscenze per portare avanti la missione”.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2024/04/22/world/voyager-1-communication-issue-cause-fix-scn/index.html

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