venerdì, Maggio 3

Meteorite boomerang: la roccia che è ritornata sulla Terra

Meteorite boomerang: la roccia che è ritornata sulla Terra. Questa potrebbe essere la prima roccia spaziale a lasciare la Terra e poi a tornare indietro. Una roccia rara di cui non sa quanto possa valere. Il meteorite presenta una colorazione bruno-rossastra scura. L’oggetto è stato raccolto dal deserto del Sahara in Marocco alcuni anni fa. Questa sembra essere una roccia terrestre che è stata lanciata nello spazio dove è rimasta per migliaia di anni prima di tornare a casa, sorprendentemente intatta.

Se l’ipotesi dei ricercatori è corretta, la roccia sarà ufficialmente nominata il primo meteorite boomerang della Terra. Il lavoro del team è stato presentato ad una conferenza internazionale di geochimica, ma non ancora pubblicato in una rivista peer-reviewed.

Frank Brenker, geologo della Goethe University di Francoforte in Germania, che non è stato coinvolto nella nuova ricerca ha dichiarato che: “Penso che non ci siano dubbi che si tratti di un meteorite. È solo una questione di dibattito se provenga davvero dalla Terra”.

Il meteorite boomerang

I primi test diagnostici mostrano che l’insolita pietra presenta la stessa composizione chimica delle rocce vulcaniche terrestri. Un aspetto molto interessante è che alcuni dei suoi elementi sembrano essere stati alterati in forme più leggere. Questo tipo di condizioni si verificano solo interagendo con i raggi cosmici energetici nello spazio, che hanno fornito una delle due prove chiave che confermano il viaggio della roccia oltre la Terra, secondo i geologi.

Le concentrazioni misurate di questi elementi più leggeri, chiamati isotopi, “sono troppo elevate per essere spiegate con i processi in atto sulla Terra”, secondo quanto affermato da Jérôme Gattacceca, geofisico del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica che sta conducendo le indagini sull’insolito meteorite. L’oggetto è stato ufficialmente chiamato Northwest Africa 13188 (NWA 13188).

Jérôme Gattacceca e i suoi colleghi sospettano che la roccia sia stata lanciata per la prima volta nello spazio dopo che un asteroide si è schiantato sulla Terra circa 10.000 anni fa. L’unico altro evento naturale in grado di catapultare le rocce ad alta quota è un’eruzione vulcanica. In quest’ultima ipotesi però i geologi affermano che è altamente improbabile che questa possa motivare le ultime scoperte.

Il meteoire boomerang: ipotesi

Le rocce esplose anche dal vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, che sono da record, l’anno scorso hanno raggiunto il picco di 36 miglia, quindi 58 chilometri. Quindi ben al di sotto dell’inizio dell’atmosfera terrestre, una soglia che il meteorite sembra aver altamente superato.

Una volta scagliato nello spazio oltre l’atmosfera della Terra, NWA 13188 è stato influito dai raggi cosmici galattici, costituiti da particelle ad alta energia emeante da stelle esplosive lontane, un energia che penetra nel nostro sistema solare a velocità simili alla luce. È noto che dei fasci così abbondanti bombardano i meteoriti e lasciano impronte isotopiche distinte e rilevabili come berillio-3, elio-10 e neon-21.

In NWA 13188, i livelli di questi elementi sono superiori a quelli trovati in qualsiasi roccia sulla Terra, ma inferiori a quelli di altri meteoriti. Questo dimostra che l’intrigante roccia potrebbe aver trascorso da 2.000 a poche decine di migliaia di anni in orbita attorno alla Terra prima di rientrare nella sua atmosfera, secondo quanto affermato dagli scienziati. Il secondo indizio cruciale, che rivela il viaggio della roccia nello spazio, è il suo strato lucido di superficie fusa chiamata crosta di fusione. Questa si forma quando le rocce spaziali attraversano l’atmosfera terrestre durante il loro viaggio verso il suolo.

Il meteorite boomerang: provenienza

L‘NWA 13188, un oggetto da 1,4 libbre, è stato acquistato nel 2018 in occasione di uno dei più grandi spettacoli annuali di minerali e gemme d’Europa a Sainte Marie aux Mines, in Francia, da Albert Jambon, un professore di francese in pensione dell’Università della Sorbona di Parigi.

Albert Jambon ha dichiarato che: “Ho acquistato questo meteorite solo perché era strano. Nessuno sa quanto valga veramente questa pietra”. La pietra è stata acquistata da un commerciante marocchino che ha venduto il meteorite a Albert Jambon, che molto probabilmente lo aveva acquistato da tribù nomadi beduine che raccoglievano pietre particolari nel Sahara. Quindi rimane un mistero esattamente dove NWA 13188 sia atterrato dopo essere rientrato sulla Terra.

Albert Jambon, due anni fa, ha collaborato con Jérôme Gattacceca, un collaboratore di lunga data che classifica meteoriti per collezionisti privati. L’analisi preliminare del team sul meteorite boomerang non ha ancora convinto altri geologi. Questo perché le conclusioni tratte finora non sono confermano che la roccia provenga, in effetti, dalla Terra.

Il meteorite boomerang: i dettagli

Ludovic Ferrière, curatore della collezione di rocce presso il Museo di storia naturale di Vienna in Austria, che non è stato coinvolto nel nuovo studio, ha spiegato che: “È una roccia interessante che meriterebbe ulteriori indagini prima di fare affermazioni straordinarie”.

Il team di Jérôme Gattacceca, inoltre, non ha ancora determinato la datazione del meteorite, indicatore necessario della sua origine. La roccia è stata classificata come acondrite non raggruppata e i membri di meteorite di questa classe risalgono a 4,5 miliardi di anni, lo stesso del sistema solare. Se NWA 13188 è una roccia terrestre, tuttavia, deve essere molto più recente.

Un altro aspetto da valutare è la mancanza di un grande cratere da impatto sulla Terra abbastanza recente da adattarsi alla linea temporale proposta. Jérôme Gattacceca e i suoi colleghi stimano che si sarebbe dovuto formare un cratere largo circa 20 km se un asteroide largo 1 km si fosse schiantato sulla Terra solo 10.000 anni fa. Tra i 50 dei 200 crateri da impatto conosciuti sulla Terra che hanno le dimensioni richieste, nessuno è più giovane di milioni di anni.

Il Sahara, dove è stato rinvenuto NWA 13188, ospita 12 crateri, solo uno dei quali è largo 11,1 miglia, quindi 18 km, e ha almeno 120 milioni di anni, secondo l’Earth Impact Database, un deposito di crateri da impatto confermati sulla Terra. I critici, sebbene ci siano dozzine di possibili crateri da impatto nel continente africano in attesa di verifica, affermano che è impossibile trascurare un cratere di 10.000 anni.

Conclusioni

Ludovic Ferrière, che ha trovato e confermato alcuni crateri da impatto tra cui uno in Congo, conclude spiegando che: ”Un cratere da impatto così recente sarebbe stato sicuramente scoperto” Gli asteroidi trasferiscono la loro quantità di moto al suolo dove colpiscono, amplificando le pressioni e le temperature locali a tali estremi che le rocce della Terra si sciolgono e quelle all’interno di un cratere recente così grande sarebbero ancora calde.

Ci sono anche altre misurazioni in sospeso che includono dati inequivocabili sulla quantità di shock assorbita dalla pietra dall’impatto originale. Questa firma unica può essere rilevata nelle microstrutture permanentemente alterate dei cristalli minerali che formano la roccia. La stima dei livelli di shock del meteorite è “qualcosa che può essere controllato o fatto in un’ora o giù di lì al massimo, ad occhio nudo” secondo Ludovic Ferrière.

NWA 13188, se la scoperta andrà a buon fine, inaugurerà un genere di meteoriti boomerang, anche se al momento non esiste un nome ufficiale per tale classificazione. Alcuni geologi chiamano il gruppo “meteoriti terrestri”. L’unico membro confermato finora è un minuscolo pezzo di Terra che è stato dissotterrato sulla Luna dagli astronauti dell’Apollo nel 1971.

FONTE:

https://www.space.com/boomerang-meteorite-left-earth-and-returned

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