sabato, Maggio 4

Navi e canapa un binomio vincente fino all’invenzione della navigazione a vapore

Le navi sia militari che mercantili nell’antichità facevano grande uso di lino per la produzione di cordame e vele. Con il passare dei secoli e il graduale e lento passaggio da navi sostanzialmente sospinte da rematori a navi che utilizzano la “forza motrice” del vento, le cose cambiano e progressivamente si afferma un nuovo materiale: la canapa.

La canapa è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. Secondo alcuni comprende un’unica specie, la Cannabis sativa, la pianta storicamente più diffusa in occidente, a sua volta comprendente diverse varietà e sottospecie; secondo altri invece si distinguono tre specie, C. sativaC. indica e C. ruderalis.

Fino a quel momento la canapa era stata utilizzata per la produzione di lenzuola e biancheria per la casa, ma la diminuzione, prima e la scomparsa poi dei rematori sulle navi rese indispensabile impiegare una materia prima molto più resistente del lino. Originaria dell’Asia centrale e sacra per gli hindu, la canapa era conosciuta in Cina da circa 4.500 anni.

Diffusa in Occidente dai Persiani i principali Paesi produttori diventano l’Ucraina, la Romania, l’Ungheria, l’Italia e la Spagna. Un particolare genere di canapa è usato in medicina per la sua azione sul cervello e le sue virtù analgesiche: la cannabis. L’esplosione della domanda di canapa avviene successivamente alla proclamazione della quarta crociata da parte di papa Innocenzo III nel 1198. I crociati trattarono con la Serenissima per il trasporto di soldati, cavalli e rifornimenti in Terra Santa, le negoziazioni iniziarono nel febbraio del 1201.

Finalmente, nell’aprile di quell’anno, venne stipulato il contratto di trasporto e rifornimento. I Veneziani per i loro servizi fecero accettare ai crociati il pagamento dell’esorbitante cifra di 85.000 marche imperiali d’argento. Per quella somma i veneziani avrebbero approntato per la fine di giugno del 1202, navigli bastanti per il trasporto di 4.500 cavalieri con i loro cavalli, 9.000 scudieri e 20.000 fanti. Venezia ottenne il monopolio sugli acquisti dell’intera produzione della canapa delle terre controllate e anche di gran parte della produzione ucraina proveniente dal mar d’Azov (alla foce del Don), inviata nell’Arsenale della Serenissima. La merce veniva scaricata nella darsena della Tana, così chiamata dal nome del porto d’imbarco.

La fibra tessile veniva lavorata dalle donne che producono cime e vele a ciclo continuo garantendo alla Serenissima profitti enormi. Le cime venivano tagliate sulla base della grandezza richiesta e in questo modo si evitavano sprechi e giacenze di magazzino. Per inciso la quarta crociata non giungerà mai in Terra Santa, i crociati infatti si fermarono a Costantinopoli e la saccheggiarono nel 1204, smembrando quello che rimaneva dell’impero bizantino e costituendo il cosiddetto “Impero Latino”.

La produzione e il commercio della canapa fu messo a rischio dopo la caduta di Costantinopoli ad opera dei turchi nel 1453, le rotte mediterranee erano battute da flotte dell’Impero Ottomano e risultavano sempre più pericolose per i commerci veneziani, tanto che la Serenissima decise di occupare militarmente una parte dell’entroterra padano.

Così fu creata dal nulla un industria della canapa nel territorio padovano. Con lo sviluppo delle navigazioni oceaniche dopo la scoperta dell’America, i rematori sparirono del tutto e la domanda di canapa diventò sempre più alta. Una nave di medie dimensioni utilizzava ogni anno dalle 70 alle 90 tonnellate di canapa sotto forma di cime e vele. L’Inghilterra che potenzia enormemente la sua marina nel XVI secolo acquista la canapa ucraina e russa nei porti di Riga, Danzica e persino in quello di Amsterdam,

La Francia risponde creando l’Arsenale di Rochefort dove nel 1669 entrerà in funzione una corderia reale in grado di produrre cime con un diametro superiore ai venti centimetri. Anche qui sono donne, in genere “galeotte” a sostenere un lavoro durissimo. A partire dal XVIII secolo, i grandi porti olandesi diventano importanti fornitori di canapa lavorata destinata alle marine militari e mercantili di tutto il Nord Europa.

L’età d’oro della canapa sembra non finire più, invece l’introduzione del vapore nella navigazione sarà la campana a morto per questa fibra. La produzione di canapa in Europa viene progressivamente abbandonata fin quasi a sparire del tutto e soltanto nel 1970 quando, grazie all’aumento del prezzo del petrolio, nascono nuovi mercati, come quello dell’industria cartaria. Oggi la Francia produce quasi la metà di tutta la canapa europea.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

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