giovedì, Maggio 16

Pianeti canaglia di massa terrestre, se ne potrebbero trovare 400

Pianeti canaglia di massa terrestre, se ne potrebbero trovare 400. Una nuova ricerca ha rivelato che il Roman della NASA ne potrebbe trovare ben 400 con una massa simile alla Terra. La nuova ricerca è stata condotta dai ricercatori della NASA e dell’Università giapponese di Osaka. Questa suggerisce che i pianeti canaglia, dei mondi che vagano nello spazio senza essere legati ad una stella, sono di gran lunga più numerosi dei pianeti che orbitano attorno alle stelle.

I risultati implicano che il Nancy Grace Roman Space Telescope della NASA, il cui lancio è previsto per maggio 2027, sarà in grado di trovare l’incredibile cifra di 400 mondi canaglia di massa terrestre. Il nuovo studio ha già identificato uno di questi candidati.

David Bennett, ricercatore senior presso il Goddard Space Flight Center della NASA, e coautore di due documenti che descrivono i risultati, ha spiegato che: “Abbiamo stimato che la nostra galassia ospiti 20 volte una quantità maggiore di pianeti canaglia rispetto alle stelle. Insomma un trilioni di mondi che vagano da soli. Questa è la prima misurazione del numero di pianeti canaglia nella galassia, che riguarda i pianeti meno massicci della Terra”.

I pianeti canaglia e la ricerca

I risultati del team derivano da un sondaggio di nove anni chiamato MOA, acronimo di Microlensing Observations in Astrophysics, condotto presso l’Osservatorio della Mount John University in Nuova Zelanda. Gli eventi di microlente si verificano quando un oggetto, come una stella o un pianeta, si trova su un allineamento quasi perfetto con una stella sullo sfondo, non correlata al nostro punto di osservazione.

La luce della stella lontana, visto che qualsiasi cosa con massa deforma il tessuto dello spazio-tempo, si piega attorno all’oggetto più vicino mentre passa vicino. L’oggetto più vicino agisce come una lente naturale, creando un breve picco nella luminosità della luce della stella sullo sfondo. Questo fornisce agli astronomi indizi sull’oggetto intermedio che non possono ottenere in nessun altro modo.

Takahiro Sumi, professore all’Università di Osaka e autore principale dell’articolo sulla nuova stima dei pianeti canaglia della nostra galassia, ha affermato che: “Il microlensing è l’unico modo in cui possiamo trovare oggetti come i pianeti fluttuanti di massa ridotta e persino buchi neri primordiali. È molto eccitante usare la gravità per scoprire oggetti che non potremmo mai sperare di vedere direttamente”.

Il pianeta canaglia, di massa approssimativamente terrestre che il team ha trovato, segna la seconda scoperta del suo genere. Il documento che descrive la scoperta apparirà in un prossimo numero di The Astronomical Journal. Il secondo documento, che presenta un’analisi demografica che arriva alla conclusione che i pianeti canaglia sono sei volte più abbondanti dei mondi che orbitano intorno alle stelle nella nostra galassia, sarà pubblicato sulla stessa rivista.

I pianeti e le loro dimensioni

Attraverso la ricerca in pochi decenni, siamo passati dal chiederci se i mondi presenti nel nostro sistema solare fossero gli unici nel cosmo a scoprire più di 5.300 pianeti al di fuori. La stragrande maggioranza di questi nuovi mondi sono enormi, estremamente vicini alla loro stella ospite. I risultati del team, contrariamente, suggeriscono che i pianeti canaglia tendono ad essere più piccoli.

Takahiro Sumi, ha spiegato che: “Abbiamo scoperto che i pianeti canaglia delle dimensioni della Terra sono più comuni di quelli più massicci. La differenza nelle masse medie dei pianeti legati alle stelle e fluttuanti è un aspetto fondamentale per comprendere i meccanismi di formazione planetaria”.

La formazione del mondo può essere molto caotica, con tutti i corpi celesti in formazione che interagiscono gravitazionalmente mentre si sistemano nelle loro orbite. I pesi leggeri planetari non sono legati in maniera forte alla loro stella, quindi alcune di queste interazioni finiscono per lanciare questi mondi nello spazio. Questa condizione crea un’esistenza solitaria, nascosta tra le ombre e tra le stelle. Il team, sebbene un tale mondo possa essere plausibile, sottolinea che una “Terra canaglia”, recentemente rilevata, probabilmente non condivide molte altre caratteristiche con la Terra al di là di una massa simile.

I pianeti canaglia e la caccia di Roman

Gli eventi di microlente che rivelano pianeti solitari sono straordinariamente rari. Una chiave per trovarne di più è “gettare una rete più ampia”. Questa è proprio quello che farà Roman quando verrà lanciato entro maggio del 2027.

Naoki Koshimoto, che ha guidato il giornale annunciando l’individuazione di un candidato mondo canaglia di massa terrestre, e ora assistente professore all‘Università di Osaka, che ha condotto questa ricerca a Goddard, ha spiegato che: “Il Roman sarà sensibile anche ai pianeti canaglia di massa inferiore, poiché osserverà dallo spazio. La combinazione dell’ampia visuale e della visione nitida di Roman ci consentirà di studiare gli oggetti, in modo più dettagliato, di quanto potremmo farlo utilizzando solo i telescopi terrestri. Il che è una prospettiva entusiasmante”.

Le stime precedenti più ottimistiche, basate su pianeti trovati in orbita attorno a stelle, suggerivano che il Roman avrebbe individuato 50 mondi canaglia di massa terrestre. I nuovi risultati suggeriscono invece che potrebbe effettivamente trovarne circa 400, anche se dovremo aspettare fino a quando il Roman non inizierà a scansionare i cieli per fare previsioni più certe.

I ricercatori uniranno i futuri dati di Roman con le osservazioni da terra catturate da strutture come il telescopio giapponese PRIME, acronimo di Prime-focus Infrared Microlensing Experiment, situato presso l’Osservatorio astronomico sudafricano a Sutherland. Questo telescopio di 1,8 metri si baserà sul lavoro di MOA, e avrà come obiettivo quello di condurre la prima indagine di microlensing su vasta area nella luce del vicino infrarosso. Il telescopio sarà dotato di quattro rivelatori.

Conclusioni

Ogni evento di microlente è un avvenimento unico. Questo significa che gli astronomi non possono tornare indietro e ripetere le osservazioni una volta terminate. Ma non sono istantanei. Naoki Koshimoto ha spiegato che: “Un segnale di microlensing da un pianeta canaglia può richiedere da poche ore fino a circa un giorno. Quindi gli astronomi avranno la possibilità di fare osservazioni simultanee con il Roman ed il PRIME”.

Il ricercatore conclude affermando che: “Vederli sia dalla Terra che dalla posizione del Roman ad un milione di miglia di distanza aiuterà gli scienziati a misurare le masse dei pianeti canaglia in modo molto più accurato che mai. Questo permetterà di fornire degli approfondimenti sulla nostra comprensione dei mondi che caratterizzano la nostra galassia”.

VIDEO:

FONTE:

https://www.nasa.gov/feature/goddard/2023/new-study-reveals-nasa-s-roman-could-find-400-rogue-earths

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