domenica, Maggio 19

Scoperto raro meteorite in Antartide

Scoperto raro meteorite in Antartide. Un team internazionale di ricercatori, durante una recente escursione nelle pianure ghiacciate dell’Antartide, ha scoperto cinque nuovi meteoriti, tra cui c’è uno dei più grandi mai trovati nel continente.

Il raro meteorite pesa ben 17 libbre, ossia 7,7 chilogrammi ed è uno dei soli circa 100 oggetti, con le stesse dimensioni o più grandi scoperti, ad essere stato ritrovato in Antartide. Si tratta di un luogo privilegiato per la caccia ai meteoriti. Infatti, in Antartide sono stati rintracciati più di 45.000 rocce spaziali. L’eccezionale ritrovamento è stato effettuato dal Royal Belgian Institute of Natural Sciences di Bruxelles, che eseguirà anche le analisi sull’oggetto.

Maria Valdes, ricercatrice presso il Field Museum of Natural History di Chicago e l’Università di Chicago che faceva parte del team della spedizione, ha conservato parte del materiale per la sua analisi. La ricercatrice ha spiegato che: “Generalmente, usiamo i meteoriti per studiare l’origine e l’evoluzione del sistema solare attraverso metodi chimici”.

Maria Valdes prenderà i suoi campioni e utilizzerà gli acidi per dissolverli. Questo prima di utilizzare un processo chiamato chimica calibrata, un metodo che permetterà di isolare i vari elementi che compongono la roccia.

Maria Valdes, continua spiegando che: “Fatto ciò potrò iniziare a pensare all’origine di questa roccia, e come si è evoluta nel tempo, da che tipo di corpo proviene e dove nel sistema solare si è formato. Queste sono le grandi domande a cui cerchiamo di dare risposta”.

A caccia del meteorite

I meteoriti colpiscono la Terra in modo del tutto uniforme su tutta la superficie. Quindi l’Antartide non ne ospita una concentrazione sproporzionatamente più grande. È solo la presenza del ghiaccio, di colore bianco, ad essere uno sfondo ideale per riuscire ad avvistare le rocce spaziali di colore scuro.

La caccia dei meteoriti è “davvero a bassa tecnologia e meno complicata di quanto la gente possa pensare” secondo quanto detto da Maria Valdes. Una ricerca svolta a gennaio del 2022 ha utilizzato i dati satellitari per riuscire a restringere le posizioni in cui era più probabile l’individuazione dei meteoriti.

Maria Valdes ha spiegato che: “I meteoriti sono troppo piccoli per essere rilevati dallo spazio con i satelliti. Ma questo studio ha utilizzato le misurazioni satellitari di temperatura superficiale, pendenza superficiale, velocità superficiale, spessore del ghiaccio e cose del genere. Successivamente, ho inserito i dati in un algoritmo di apprendimento automatico per dirci in quale luogo c’erano le maggiori probabilità di trovare zone di accumulo di meteoriti”.

Riuscire a distinguere un meteorite da altre rocce può diventare un processo molto complicato. I ricercatori, per individuare gli oggetti, cercano la crosta di fusione. Si tratta di un rivestimento vetroso che si forma quando l’oggetto cosmico passa attraverso l’atmosfera terrestre.

A volte, secondo la ricercatrice può succedere che “molte rocce possono sembrare meteoriti, ma in realtà non lo sono. Definiamo questi torti meteorici”. Un’altra caratteristica distintiva è il potenziale peso del campione. Infatti, un meteorite sarà molto più pesante, rispetto alle sue dimensioni, in confronto ad una tipica roccia terrestre. Questo perché è pieno di metalli densi.

Conclusioni

I cinque meteoriti che Maria Valdes e i suoi colleghi hanno scoperto in questa spedizione sono solo la punta dell’iceberg. La ricercatrice ha spiegato che: “Sono impaziente di tornarci, di sicuro. Sulla base dello studio satellitare, ci sono almeno 300.000 meteoriti, in attesa di essere ancora raccolti in Antartide. E maggiore è il numero di campioni che abbiamo, più possiamo comprendere il nostro sistema solare”.

L’escursione, che ha permesso di individuare il meteorite, è stata guidata da Vinciane Debaille, professore all’Université Libre de Bruxelles di Bruxelles. A lei e Maria Valdes si sono poi uniti Maria Schönbächler, professore alla Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo, e il dottorando Ryoga Maeda della Vrije Universiteit Brussel e dell’Université Libre de Bruxelles.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2023/01/24/world/meteorite-antarctica-discovery-scn/index.html

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