giovedì, Maggio 9

Tempesta solare, la più forte dal 2017, colpisce la Terra

Tempesta solare, la più forte dal 2017, colpisce la Terra. L’evento ha però lasciato nell’oscurità i cacciatori di aurore. Quella che sarebbe potuta divenire la tempesta solare del decennio si è rivelata in maniera differente. Il Sole ha eruttato lo scorso 22 marzo alle 21:45 EDT (01:45 GMT del 23 marzo). L’evento ha creato un potente brillamento solare di classe X e ha scatenato una raffica di plasma super caldo verso la Terra. Questo è anche noto come espulsione di massa coronale, le CME.

Il brillamento solare ha colpito il nostro pianeta alle ore 10:37 EDT (14:37 GMT) di domenica 24 marzo. L’evento ha scatenato una grave tempesta geomagnetica di classe G4. Questa è la più forte tempesta solare dal 2017. Le tempeste geomagnetiche, note anche come tempeste solari, sono disturbi del campo magnetico terrestre. Queste sono causate da grandi espulsioni di plasma e campi magnetici dall’atmosfera solare, sotto forma di CME.

La National Oceanic and Atmospheric Administration, il NOAA, degli Stati Uniti classifica le tempeste geomagnetiche su di una scala che va da G1 a G5. Il primo livello può causare un aumento dell’attività aurorale attorno ai poli e piccole fluttuazioni nell’alimentazione. Mentre il più alto livello, il più estremo, può causare blackout completi delle radio HF (alta frequenza) sull’intero lato soleggiato della Terra, anche per diverse ore.

tempesta

Tempesta solare

La NOAA ha emesso un avviso di tempesta geomagnetica lo scorso 24 marzo. Nel comunicato rendeva noto che i livelli delle tempesta di classe G4 potevano creare eventi di aurora boreale fino all’Alabama e alla California settentrionale.

Il fisico solare Tamitha Skov in un post pubblicato su X ha reso noto che: “Potrebbe essere un fiasco di tempesta solare? Anche se questa tempesta continuerà ancora per ore, se conterrà un campo magnetico verso sud sarà il successo per vedere i grandi spettacoli dell’aurora”. Nel momento in cui le particelle energizzate provenienti dal Sole colpiscono l’atmosfera terrestre, il campo magnetico del nostro pianeta le incanala verso i poli.

La sovralimentazione delle molecole nell’atmosfera terrestre innesca le aurore. Queste, solitamente, rimangono limitate alle aree ad alte latitudini per l’aurora boreale, e alle basse latitudini per l’aurora australe. Purtroppo, per i cacciatori di aurore presenti in Europa e Nord America, i tempi dell’arrivo della CME avvenivano maggiormente con la luce del giorno. Quindi quando calava l’oscurità, la Terra aveva apparentemente “chiuso la porta” alle aurore, con un forte spostamento Bz, direzione del campo magnetico interplanetario, verso nord.

Conclusioni

Secondo la Spaceweatherlive.com, la Bz è un fattore chiave nel determinare in quale modo il vento solare interagisce con la magnetosfera terrestre e influenza l’attività aurorale. Se il Bz è orientato verso sud allora il FMI si collega alla magnetosfera terrestre che punta verso nord.

Nel caso di una forte Bz diretta a sud può avvenire un disturbo della magnetosfera del nostro pianeta e consentire alle particelle di piovere nella nostra atmosfera lungo le linee del nostro campo magnetico. Mentre se il Bz è verso nord, puoi considerarlo come una sorta di “porta chiusa”. Questo perché il FMI rivolto a nord non riesce a “connettersi” con il nostro campo magnetico rivolto a nord. Le aurore possono verificarsi con il Bz verso nord. Mentre invece richiedono forti tempeste geomagnetiche e gli spettacoli non saranno così drammatici come quelli visti quando la porta è aperta durante eventi di Bz verso sud.

FONTE:

https://www.space.com/strongest-solar-storm-since-2017-hits-earth-march-24

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