giovedì, Maggio 2

Storia Contemporanea

La battaglia di Verdun
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La battaglia di Verdun

All'inizio del terzo anno di guerra, il 1916, la situazione dei francesi nella fortezza di Verdun era, per dirla eufemisticamente, complicata. L'artiglieria scarseggiava poiché molti pezzi erano stati rastrellati per sostenere le offensive dell'autunno 1915. L’intero settore era difeso da appena quattro divisioni e due brigate delle truppe territoriali, ma Papà Joffre, il comandante in capo dell'esercito francese, sembrava sottovalutare gli allarmi provenienti da quel delicato settore. La Germania pur non avendo definitivamente sconfitto la Russia ne aveva compromesso seriamente qualunque capacità offensiva, tanto che poté dispiegare sul fronte occidentale diverse divisioni in preparazione di una nuova offensiva. Il comandante in capo dell'esercito tedesco Falkenhayn nel prep...
La sporca guerra del Vietnam
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La sporca guerra del Vietnam

Il conflitto vietnamita che per oltre 10 anni ha impantanato la superpotenza americana in Indocina si è caratterizzato, per quanto sia possibile effettuare "misurazioni" in una guerra, per la sua efferatezza e cinica disinvoltura. Molto spesso la morte per i soldati statunitensi arrivava più che da uno scontro a fuoco con il nemico, da trappole, esplosivi e mine disseminati con incredibile mimetismo dai vietcong. Gli "ordigni esplosivi improvvisati" come venivano chiamati nel gergo militare, erano per lo più assemblati con materiali bellici statunitensi raccattati qua e là: un colpo di mortaio da 60 millimetri portava via un piede, mentre una bomba da 81 millimetri amputava una gamba e magari qualche dito e un gomito. Un proiettile da 105 millimetri vaporizzava la vittima dal...
Il fronte di Salonicco
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Il fronte di Salonicco

Nei Balcani, nell'estate del 1915, le cose iniziavano a mettersi male per la piccola Serbia. Fin tanto che aveva dovuto vedersela esclusivamente con l'Austria le cose erano andate piuttosto bene, ma da quando con un audace azione strategica la Germania aveva iniziato a sostenere le posizioni austriache, le sorti serbe iniziavano ad essere segnate. A settembre divenne chiaro che la Bulgaria avrebbe approfittato della situazione per sferrare il colpo di grazia ai serbi. In questo contesto maturò nell'Intesa la convinzione che soltanto un'azione di forza avrebbe potuto impedire il precipitare della situazione. L'invio però di un corpo di spedizione era precluso dalla possibilità di utilizzare porti sicuri nell'Adriatico. L'unica possibilità era quindi sfruttare il porto greco di...
Il dramma dei prigionieri italiani della Grande Guerra
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Il dramma dei prigionieri italiani della Grande Guerra

La prima guerra mondiale o come viene più comunemente definita la Grande Guerra è stata un crogiuolo insuperato di crudeltà e nefandezze che hanno riguardato tutti i belligeranti, nessuno escluso. Anche l'Italia ha partecipato a questo triste primato, grazie anche ad uno dei suoi più discussi e controversi protagonisti, Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, con poteri quasi assoluti dal 1914 al 8 novembre 1917, quando su pressione degli Alleati, Vittorio Emanuele lo sollevava dall'incarico in seguito alla disfatta di Caporetto. Cadorna aveva sempre avuto un atteggiamento sprezzante nei riguardi dei soldati italiani, in larga maggioranza di estrazione contadina, utilizzandoli come carne da macello durante le sue undici offensive insensate sull'Iso...
L’altra faccia della guerra del  Vietnam
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L’altra faccia della guerra del Vietnam

La guerra del Vietnam non fu per gli americani soltanto scontri nella giungla, combattimenti furiosi nel delta del Mekong e bombardamenti a tappeto con il napalm. Ci furono soldati americani che non videro un vietcong per l'intera durata della loro ferma e che ricorderanno quel tempo come un vero e proprio soggiorno nel paese di Bengodi. Gli artiglieri ad esempio non correvano quasi nessun pericolo, se si escludono gli "osservatori avanzati" incaricati di dirigere il tiro, per gli ufficiali il problema principale era contrastare la noia che rischiava di rendere la truppa indolente e poco concentrata. Rimanevano lì solo per un anno, e la maggior parte degli ufficiali di fanteria prestavano servizio solamente per sei mesi presso una compagnia prima di passare dietro una ...
La svolta militare americana in Vietnam
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La svolta militare americana in Vietnam

Il 1964 fu l'anno della svolta politica che aprì la strada ad un coinvolgimento massiccio degli americani in Vietnam. L'anno successivo sancì l'avvio effettivo dell'escalation statunitense nel conflitto indocinese. Alla base della decisione assunta dall'amministrazione Johnson c'era la consapevolezza che le forze armate sudvietnamite si stavano letteralmente sbriciolando e non erano più in grado di gestire il confronto militare con i vietcong e con i nordvietnamiti con il solo ausilio di consulenti ed istruttori statunitensi. Il comandante in capo delle forze USA in Vietnam, generale Westmoreland, scrisse al Presidente Johnson un dispaccio nel quale tra l'altro asseriva: «Le forze armate sudvietnamite non possono resistere a questa pressione senza un consistente supporto statun...
Vietnam: il raid del 1965
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Vietnam: il raid del 1965

Con l'inizio del 1965 la dirigenza comunista del Vietnam del Nord si convinse che la vittoria fosse ormai a portata di mano. Il Segretario del Partito Comunista Le Duan invitò pertanto i vertici militari a portare la guerra delle forze regolari a sud. Il colonnello Nguyen Huu An era un veterano della battaglia di Dienbienphu ed all'epoca aveva 39 anni quando assunse il comando della 325a divisione, destinata a diventare la prima formazione dell'esercito regolare nord vietnamita a marciare a Sud. Soffriva di emorroidi sanguinanti ed era prematuramente incanutito, nonostante questo An aveva un'incredibile energia. An fu informato che lungo il sentiero di Ho Chi Minh erano ammassate scorte di riso per i suoi uomini. An venne a sapere in seguito che si trattava di riso v...
La battaglia di Dienbienphu – prima parte
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La battaglia di Dienbienphu – prima parte

Nella guerra d'Indocina i francesi compirono numerosi errori di valutazione che indirizzarono l'esito della guerra, forse il più grave di tutto fu quello che sfocerà nella battaglia di Dienbienphu. Siamo nel novembre del 1953 ed il Comitato di Difesa degli interessi nazionali della Francia concluse che l’obiettivo strategico era «costringere il nemico a riconoscere l’impossibilità di ottenere un risultato militare decisivo». I politici trasmisero l'ordine al comandante in capo delle forze francesi in Vietnam, il generale Henri Navarre di non tentare niente di ambizioso senza previa autorizzazione. Il 2 novembre, tuttavia, il generale aveva stabilito di rioccupare in forze un vecchio campo a Dienbienphu, duecentottanta chilometri a ovest di Hanoi e non lontano dal confin...
1918: L’ultima missione di Dönitz
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1918: L’ultima missione di Dönitz

https://www.youtube.com/watch?v=Xa9JTWepBU4 Il 3 ottobre 1918 (siamo a poco più di un mese dalla fine della Grande Guerra) il ventisettenne tenente di vascello Karl Dönitz scruta con il binocolo dalla torretta di comando del suo sommergibile, UB-68 le acque a sud di Capo Passero, la punta sud orientale della Sicilia. Sta aspettando l'arrivo di un altro sommergibile comandato dal collega Stenbauer. I due giovani ufficiali avevano messo a punto un rivoluzionario metodo di attacco che prevedeva lo sfruttamento della maggiore velocità della nuova classe di sommergibili UB rispetto all'antiquata classe UC. Si trattava di attaccare in emersione incuneandosi nel cuore della notte tra i convogli nemici e potendo quindi colpire con maggiore efficacia e precisione i mercantili p...
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