giovedì, Maggio 16

Cometa interstellare sta accelerando nel sistema solare

Cometa interstellare sta accelerando nel sistema solare. Oumuamua, nel 2017, è diventato il primo oggetto interstellare ad essere osservato che sfrecciava attraverso il nostro sistema solare. Il suo aspetto ha suscitato domande a cui gli scienziati stanno ancora cercando di rispondere.

L’oggetto, simile nella forma ad una frittella, aveva le dimensioni di un asteroide e si muoveva in modo un po’ simile ad una cometa. L’oggetto però manca di una coda. Infatti, a differenza delle comete, che possono essere larghe diversi chilometri, si stima che ‘Oumuamua abbia una dimensione di 115 x 111 x 19 metri. I movimenti non regolari hanno portato alcuni ad ipotizzare che l’oggetto misterioso poteva anche essere un’astronave extraterrestre.

Cometa interstellare: la ricerca

Una nuova ricerca ha cercato di definire informazioni sull’orbita della cometa interstellare con una spiegazione molto semplice. Lo studio che descrive i risultati è stato pubblicato sulla rivista Nature. I pianeti si formano attorno alle stelle. Le interazioni gravitazionali tendono ad espellere alcuni dei piccoli “avanzi”, che diventano comete e asteroidi.

La coautrice dello studio Jennifer Bergner, assistente professore di chimica all’Università della California ha spiegato che: “Le comete conservano un’istantanea di come appariva il sistema solare quando era nella fase di evoluzione in cui si trovano ora i dischi protoplanetari. Studiarli è un modo per guardare indietro a come appariva il nostro sistema solare nella prima fase di formazione”.

Le interazioni fanno sfrecciare le rocce spaziali fuori dai loro sistemi planetari nello spazio interstellare, dove possono viaggiare per milioni di anni. I ricercatori pensano che questo sia quello che è accaduto a ‘Oumuamua che è poi finito per attraversare il nostro sistema solare sei anni fa. L’oggetto spaziale è stato osservato per la prima volta dal telescopio Pan-STARRS1 dell’Università delle Hawaii.

L’oggetto somigliava di più ad un asteroide. Ma le rocce spaziali come gli asteroidi si muovono a causa della gravità. ‘Oumuamua invece stava accelerando mentre si muoveva, il che richiederebbe qualcosa di più della semplice gravità.

L’oggetto infatti sembrava essere spinto, come lo sono le comete quando si avvicinano al Sole e l’evaporazione del loro gas e polvere da parte del calore solare provoca un effetto propulsivo. ‘Oumuamua, però, non sembrava una cometa, né aveva una coda o un involucro di gas e polvere, chiamato chioma, distintivo delle comete.

Cometa interstellare: svelare un mistero spaziale

Jennifer Bergner insieme a Darryl Seligman, borsista postdottorato della National Science Foundation presso la Cornell University hanno deciso di testare le teorie dell’accelerazione per la cometa interstellare. In questo modo hanno potuto elaborare una nuova teoria.

Il duo ha interpretato ‘Oumuamua come una cometa ricca di acqua che viaggia attraverso il mezzo interstellare. L’oggetto rossastro, nel corso del tempo, è stato bombardato da radiazioni, che hanno formato idrogeno all’interno della cometa. Il calore del Sole costringerebbe quindi le bolle a rilasciare il gas in uno spruzzo a forma di ventaglio.

Jennifer Bergner ha spiegato che: “Quando il corpo viene riscaldato il gas intrappolato può fuoriuscire. Questo potrebbe spiegare il comportamento di ‘Oumuamua”. Il gas idrogeno rilasciato dalla cometa interstellare, ha accelerato il piccolo oggetto. Anche il fatto che non ci fosse un coma polveroso intorno a ‘Oumuamua può essere spiegato usando lo stesso scenario.

Conclusioni

Gli osservatori, come Webb ad esempio, possono aiutare gli astronomi a saperne di più su dove si sono formate le comete nei sistemi planetari oltre il nostro, così come sulla composizione di queste eso-comete.

Darryl Seligman ha dichiarato che: “Le comete e gli asteroidi nel sistema solare ci hanno probabilmente insegnato di più sulla formazione dei pianeti rispetto a quello che abbiamo imparato dai pianeti reali nel sistema solare. Penso che le comete interstellari potrebbero probabilmente dirci di più sui pianeti extrasolari rispetto ai pianeti extrasolari di cui stiamo cercando di ottenere misurazioni oggi”.

Il programma Rubin Observatory Legacy Survey of Space and Time, o LSST, osserverà i cieli sopra l’emisfero australe per 10 anni. Secondo Darryl Seligman: “se avessimo avuto l’LSST prima del passaggio di `Oumuamua attraverso il sistema solare interno, avremmo potuto avere l’opportunità di inviare una missione spaziale per intercettare e incontrare l’oggetto. In futuro, quando scopriremo più oggetti interstellari, saremo in grado di inviare una missione spaziale dedicata ad un oggetto interstellare”.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2023/03/23/world/oumuamua-interstellar-comet-scn/index.html

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