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Saturno: gli iconici anelli stanno scomparendo

Saturno: gli iconici anelli stanno scomparendo. Una nuova ricerca rende noto che gli iconici anelli ghiacciati di Saturno potrebbero non essere più disponibili per i futuri osservatori del cielo. Le analisi svolte sui dati acquisiti dalla missione Cassini della NASA, che ha orbitato attorno a Saturno dal 2004 al 2017, ha rivelato nuove intuizioni su quanto tempo hanno gli anelli e quando questi potrebbero scomparire. I risultati sono stati condivisi in tre studi.

Il nostro sistema solare e i suoi pianeti si sono formati circa 4,6 miliardi di anni fa. I ricercatori hanno discusso a lungo l’età e l’origine degli anelli di Saturno. Alcuni astronomi sostengono che gli anelli luminosi e ghiacciati devono essere molto più giovani del previsto. Questo perché non sono stati erosi e oscurati dalle interazioni con i meteoriti, nel corso di miliardi di anni.

Saturno: i dati di cassini

I dati di Cassini hanno portato ad una nuova scoperta, che è stata pubblicata sulla rivista Icarus. Questa supporta la teoria secondo cui gli anelli sono apparsi molto tempo dopo la formazione di Saturno. Degli ulteriori studi pubblicati rispettivamente su Science Advances e su Icarus sono giunti a conclusioni molto simili.

Richard Durisen, professore emerito di astronomia all’Università dell’Indiana e autore principale di entrambi gli studi su Icarus, ha dichiarato che: “La nostra inevitabile conclusione è che gli anelli di Saturno devono essere relativamente giovani per gli standard astronomici, solo poche centinaia di milioni di anni”.

Il professore ha spiegato che: “Se guardi al sistema satellitare di Saturno, ci sono altri indizi che qualcosa di drammatico sia accaduto lì nelle ultime centinaia di milioni di anni. Se gli anelli di Saturno non sono vecchi quanto il pianeta, significa che è successo qualcosa per formare la loro incredibile struttura, un aspetto molto eccitante da studiare”. Secondo i ricercatori è probabile che i sette anelli si stessero ancora formando quando i dinosauri vagavano per la Terra.

Saturno e gli approfondimenti di Cassini

Gli anelli di Saturno sono in gran parte costituiti da ghiaccio, con solo una piccola percentuale in cui è presente la polvere rocciosa creata nello spazio da frammenti di asteroidi rotti e micrometeoriti. I pezzi, simili a granelli di sabbia, entrano in collisione con le particelle negli anelli di Saturno. Questo crea dei detriti galleggianti, mentre il materiale dell’anello orbita intorno al pianeta.

La sonda Cassini, prima del “Gran Finale”, ha completato 22 orbite. Queste hanno permesso il passaggio tra Saturno e i suoi anelli. I ricercatori sono riusciti ad ottenere i dati su quanti meteoriti sono presenti negli anelli. Inoltre, hanno avuto informazioni sulla massa degli anelli e la velocità con cui il materiale presente sugli anelli piovono sul pianeta. Tutti i dati sembravano indicare la stessa scoperta. Ossia che l’età degli anelli di Saturno è molto più recente.

I ricercatori sono stati in grado di misurare quanta polvere cosmica, che si muove regolarmente attraverso il nostro sistema solare, si è accumulata sugli anelli di ghiaccio. L’analizzatore di polvere cosmica di Cassini, in 13 anni, è stato in grado di raccogliere 163 granelli di polvere provenienti da oltre il sistema di Saturno, mentre questi giravano attorno al gigante gassoso. Gli anelli erano sorprendentemente “puliti”. Il che suggeriva che non dovevano essere rimasti abbastanza a lungo da accumulare un eccesso di polvere cosmica.

I meteoriti, mentre si infiltrano negli anelli, nel frattempo spingono rapidamente il materiale all’interno degli anelli più interni verso Saturno. Cassini è riuscita ad osservare che gli anelli stavano perdendo molte tonnellate di massa al secondo. Questo significa che gli anelli non hanno molto tempo, astronomicamente parlando. I ricercatori hanno stimato che gli anelli dureranno al massimo solo altre poche centinaia di milioni di anni. Le precedenti ricerche hanno suggerito che gli anelli potrebbero scomparire entro 100 milioni di anni.

Conclusioni

Paul Estrada, ricercatore presso l’Ames Research Center della NASA, coautore di tutti e tre gli studi, ha dichiarato che: “Abbiamo dimostrato che gli anelli massicci come quelli di Saturno non durano a lungo. Si può ipotizzare che gli anelli, relativamente piccoli attorno agli altri giganti di ghiaccio e gas nel nostro sistema solare, siano resti di anelli che un tempo erano massicci come quelli di Saturno. Forse in un futuro non così lontano, astronomicamente parlando, dopo che gli anelli di Saturno saranno stati sminuzzati, assomiglieranno di più agli anelli radi di Urano”.

I ricercatori ritengono che sia possibile che gli anelli scuri presenti attorno a Nettuno e Urano fossero una volta più grandi e luminosi, molto simili a come sono ora gli anelli di Saturno. Ma che cosa ha creato gli anelli di Saturno? I ricercatori non lo sanno ancora con certezza. Ma è possibile che l’instabilità gravitazionale abbia distrutto alcune delle lune ghiacciate presenti in orbita attorno al pianeta gigante, creando così abbastanza materiale da essere trascinato negli anelli che circondano Saturno.

Il ricercatore Jeff Cuzzi, uno dei principali investigatori. alla NASA Ames e coautore del documento di ricerca su Saturno apparso su Science Advances, ha dichiarato che: “L’idea che gli iconici anelli principali di Saturno, possano essere una caratteristica recente del nostro sistema solare è molto controversa. I nostri nuovi risultati completano le misurazioni di Cassini, informazioni che confermano quasi in maniera inequivocabile questa scoperta”.

Le future missioni, per studiare alcune delle lune di Saturno, potrebbero scoprire maggiori informazioni su quali eventi hanno creato gli anelli e portare ad altre scoperte. Richard Durisen, conclude spiegando che: “Se riusciamo a scoprire cosa è successo in quel sistema poche centinaia di milioni di anni fa per formare gli anelli, potremmo scoprire perché la luna di Saturno Encelado, sta eruttando dai suoi profondi pennacchi oceanici di acqua, ghiaccio e persino materiale organico. Forse potremmo persino trovare i mattoni della vita su Encelado”.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2023/05/24/world/saturn-rings-disappearing-scn/index.html

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