giovedì, Maggio 16

Webb rileva molecole organiche in una lontana galassia

Webb rileva molecole organiche in una lontana galassia. I ricercatori hanno rilevato delle molecole organiche già conosciute, nel luogo più distante mai osservato nell’universo. Questa è la prima volta che Webb rileva delle molecole complesse. Le molecole complesse sono state individuate in una galassia, la SPT0418-47, situata a più di 12 miliardi di anni luce di distanza.

La scoperta sta facendo luce sulle interazioni chimiche che si sono verificate all’interno delle prime galassie dell’universo e su come queste si collegano alla formazione stellare. La base delle molecole organiche è il carbonio, un elemento considerato come uno dei mattoni della vita. Questo perché è un elemento chiave degli aminoacidi, che formano le proteine. Lo studio, che dettaglia i risultati è stato pubblicato sulla rivista Nature.

Webb e la lontana galassia

La luce della galassia ha iniziato a viaggiare attraverso il cosmo quando l’universo aveva meno di 1,5 miliardi di anni, quindi solo il 10% della sua età attuale di 13,8 miliardi di anni. La galassia è stata avvistata per la prima volta nel 2013 dal South Pole Telescope della National Science Foundation.

Ci sono stati anche altri osservatori, come l’Hubble Space Telescope e l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array in Cile, che l’hanno osservata da quando è stata scoperta. Le capacità a infrarossi del telescopio Webb, che può vedere la luce invisibile all’occhio umano e scrutare attraverso la polvere cosmica, sono state in grado di catturare nuovi dettagli sulla galassia. L’osservatorio spaziale ha ricevuto anche un aiuto molto importante creato da un fenomeno chiamato lente gravitazionale.

Il coautore dello studio Joaquin Vieira, professore di astronomia e fisica all’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, ha dichiarato che: “Questo ingrandimento si verifica quando due galassie sono quasi perfettamente allineate dal punto di vista della Terra. In questo modo, la luce della galassia sullo sfondo viene deformata e ingrandita dalla galassia in primo piano con una forma ad anello, nota come anello di Einstein”. La lente gravitazionale era originariamente prevista nella teoria della relatività di Albert Einstein.

Webb e la ricerca

L’autore principale dello studio Justin Spilker, assistente professore di fisica e astronomia presso la Texas A&M University, ha spiegato che: “Combinando le straordinarie capacità di Webb con una lente d’ingrandimento cosmica naturale, siamo stati in grado di vedere ancora più dettagli di quanto avremmo potuto osservare”.

Justin Spilker, che è anche membro del George P. and Cynthia Woods Mitchell Institute for Fundamental Physics and Astronomy del Texas A&M, continua spiegando che: “Il livello di ingrandimento è in realtà ciò che ci ha fornito interesse nell’osservare la galassia con Webb in primo luogo. Questo perché il telescopio ci permette di vedere tutti i dettagli di ciò che compone una galassia nell’universo primordiale. Dettagli che non avremmo mai potuto vedere in un altro modo”.

I ricercatori hanno individuato la firma delle molecole organiche durante un’attenta analisi dei dati di Webb. Le molecole sono comuni nello spazio, mentre qui sulla Terra fanno parte delle emissioni di idrocarburi cancerogeni, elementi che contribuiscono all’inquinamento atmosferico del pianeta. I dati di Webb hanno rivelato che la presenza di queste molecole potrebbe non essere stata un indicatore della nascita delle stelle nei primi periodi dell’universo.

Justin Spilker, ha dichiarato che: “Grazie alle immagini ad alta definizione di Webb, abbiamo trovato molte regioni con queste molecole ma nessuna formazione stellare, e altre con nuove stelle in formazione ma senza elementi”.

Conclusioni

La scoperta, del tutto inaspettata, sta aiutando gli astronomi a mettere insieme le risposte ad alcune delle domande fondamentali sull’inizio dell’universo. Il coautore dello studio Kedar Phadke, uno studente di dottorato in astronomia presso l’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, ha dichiarato che: “Scoperte come questa sono esattamente ciò per cui Webb è stato creato, ossia comprendere le prime fasi dell’universo in modi nuovi ed entusiasmanti. È incredibile poter identificare delle molecole a miliardi di anni luce di distanza che conosciamo qui sulla Terra.

I ricercatori non vedono l’ora di sfruttare maggiormente le capacità di Webb in futuro quando cercheranno galassie ancora più distanti. Justin Spilker termina spiegando che: “Ora che abbiamo dimostrato che questo è possibile per la prima volta, non vediamo l’ora di provare a capire altre informazioni. Forse saremo persino in grado di trovare delle galassie talmente giovani che le molecole complesse come queste non hanno ancora avuto il tempo di formarsi nel vuoto dello spazio. L’unico modo per saperlo con certezza sarà osservare più galassie, si spera anche più lontane di questa”.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2023/06/06/world/webb-telescope-distant-organic-molecules-scn/index.html

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