giovedì, Maggio 16

Plutone: il video del fly-by a 6 miliardi di chilometri

Plutone: il video del fly-by a 6 miliardi di chilometri. Il fly-by effettuato a 80.000 km/h che lascia senza parole. La New Horizons ha permesso di vedere il pianeta nano come non lo abbiamo mai visto. La sonda New Horizons della NASA ha permesso di fare 3 nuove scoperte nel sistema solare esterno.

Il fly-by di Plutone avvenuto nel 2015 ha permesso nuove scoperte. Nonostante siano già passati otto anni l’epico incontro sta ancora dando frutti scientifici. La New Horizons ha dato all’umanità i suoi primi sguardi ravvicinati su Plutone il 14 luglio del 2015. Il team della missione sta ancora analizzando i dati che la New Horizons ha raccolto durante il sorvolo.

I ricercatori di New Horizons hanno condiviso le loro ultime scoperte martedì alla Lunar and Planetary Science Conference (LPSC). Tra le scoperte presentate, una è legata allo sconcertante capovolgimento di Plutone e al suo bacino pieno di ghiaccio. Altre immagini hanno invece mostrato dei paesaggi che sono allo stesso tempo sia interessanti che sconcertanti.

Plutone e il suo orientamento

Gli scienziati sanno che Plutone, come la Terra, si è girato su un fianco nel suo passato. L’orientamento di Plutone prima del capovolgimento e il grado in cui si è orientato non è stato però ben compreso. Gli scienziati, che stanno utilizzando i dati di New Horizons per studiare il passato geologico di Plutone, sperano di trovare indizi che spieghino questo evento.

Il team di ricerca, dalle ultime analisi, ha attribuito il capovolgimento di Plutone alla formazione dello Sputnik Planitiadi. Quest’ultimo è un bacino largo circa 1.000 km, che comprende metà dell’iconica regione a forma di cuore su Plutone. I ricercatori sapevano che lo Sputnik, che è pieno di ghiaccio di azoto, ha svolto un ruolo fondamentale nel riallineare la superficie del pianeta nano.

Le immagini che la New Horizons ha raccolto potrebbero tracciare il percorso del capovolgimento di Plutone. Il fatto che Plutone abbia cambiato il suo orientamento in passato rivela che nessuno dei terreni che gli scienziati vedono ora si trova nella sua posizione originale.

Queste caratteristiche probabilmente esistevano lungo l’equatore di Plutone, formazioni che sono poi migrate verso le loro attuali posizioni più vicine ai poli a causa del capovolgimento. Questo secondo i ricercatori.

Il team di Oliver White, un co-investigatore di New Horizons presso il SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) Institute in California, ha anche scoperto che l’oceano sotterraneo di Plutone, probabilmente, ha fornito una spinta allo Sputnik. Questo ha contribuito a spostare gran parte della massa del pianeta nano verso il suo equatore.

Plutone: i dati della New Horizons

I dati della New Horizons, oltre ad aiutare gli scienziati a studiare i paesaggi antichi su Plutone, stanno fornendo indizi sulle sue caratteristiche più recenti.

La sonda spaziale aveva precedentemente individuato enormi depositi di metano vicino all’equatore di Plutone. Gli scienziati hanno annunciato di avere nuove prove che suggeriscono che queste morfologie si estendono anche sul lato più lontano di Plutone, oltre a ciò che New Horizons è stato in grado di vedere durante il suo sorvolo del 2015.

Ishan Mishra, ricercatore post-dottorato presso il Jet della NASA ha spiegato che: “La scoperta di queste caratteristiche ci fa comprendere dei processi che modellano Plutone, ma anche altri pianeti ghiacciati nel nostro sistema solare. Inoltre, mette in luce la complessità, la natura dinamica e la diversità delle superfici planetarie come quella di Plutone”.

Sulla Terra, i cosiddetti penitentes sono fatti di ghiaccio d’acqua e si estendono per pochi metri. Su Plutone, invece, queste formazioni sono presenti principalmente nei punti più alti della sua superficie e si librano per centinaia di metri. Il metano, a queste altezze, si congela dall’atmosfera esile di Plutone quando fa freddo ed evapora tornando al suo stato gassoso durante periodi più caldi.

Il team nello studio ha studiato come la luce riflessa dalle superfici cambia con diversi angoli di visione. In questo modo hanno trovato caratteristiche di assorbimento del metano sul lato opposto di Plutone. Tali terreni “a lame” sono probabilmente una delle morfologie più comuni su Plutone.

Prossime sfide

I ricercatori hanno già annunciato che le future osservazioni di New Horizons includeranno la raccolta di immagini a colori sia di Urano che di Nettuno. La sonda spaziale effettuerà delle osservazioni che verranno raccolte ben oltre Urano e Nettuno.

Le sonde spaziali all’interno del sistema solare possono vedere solo la luce riflessa dai giganti di ghiaccio verso l’interno o dai loro lati rivolti verso la Terra. La New Horizons, invece, sarà in grado di raccogliere dati sulla luce diffusa dai lati più remoti dei pianeti.

Le future osservazioni verranno prese mentre i pianeti ruotano. Le immagini future, nonostante saranno a bassa risoluzione, aiuteranno i ricercatori a capire di più su come si evolvono le strutture nuvolose sui due giganti di ghiaccio. Le osservazioni effettuate su Urano e Nettuno “saranno molto eccitanti quando arriveranno” secondo Will Grundy, un co-investigatore di New Horizons del Lowell Observatory in Arizona.

VIDEO:

FONTI:

https://www.space.com/nasa-new-horizons-pluto-probe-lpsc-2023-discoveries

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