venerdì, Maggio 3

Venere: attività vulcanica rivelata sul pianeta

Venere: attività vulcanica rivelata sul pianeta. Le informazioni sono state fornite dai dati di Magellano della NASA. I ricercatori, in un primo momento, hanno osservato delle prove dirette del vulcanismo attivo presente sul gemello della Terra. Le informazioni pongono le basi della missione VERITAS dell’agenzia.

Sulla superficie di Venere sono state osservate, per la prima volta, delle prove geologiche dirette della recente attività vulcanica. I ricercatori hanno fatto la scoperta dopo aver esaminato le immagini radar d’archivio di Venere. Queste sono scattate più di 30 anni fa, durante gli anni ’90, dalla missione Magellano della NASA.

Le immagini hanno rivelato una bocca vulcanica che ha cambiato forma e aumentato significativamente di dimensioni. Questo durante un periodo di meno di un anno. La ricerca e le sue conclusioni sono state descritte in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science. Herrick.

Venere: la ricerca

I ricercatori stanno analizzando i vulcani attivi per comprendere come l’interno di un pianeta può modellare la sua crosta, guidarne l’evoluzione e influenzarne l’abitabilità. La prossima missione della NASA su Venere farà proprio questo.

VERITAS, una missione guidata dal Jet Propulsion Laboratory verrà lanciata entro questo decennio. L’orbiter avrà come obiettivo quello di studiare Venere, dalla superficie fino al nucleo. Questo per comprendere come un pianeta roccioso delle stesse dimensioni della Terra abbia preso poi un percorso molto diverso. Venere si è evoluto in un mondo coperto da pianure vulcaniche e terreno deformato nascosto sotto un’atmosfera densa, calda e tossica.

Robert Herrick, professore di ricerca presso l’Università dell’Alaska Fairbanks e membro del team scientifico VERITAS, che ha guidato la ricerca dei dati d’archivio ha spiegato che: “La selezione della missione VERITAS da parte della NASA mi ha ispirato a cercare la recente attività vulcanica nei dati di Magellano”.

Il professore continua spiegando che: “Non mi aspettavo davvero di avere successo, ma dopo circa 200 ore di confronto manuale delle immagini di diverse orbite di Magellano, ho visto due immagini della stessa regione prese a distanza di otto mesi, che mostravano cambiamenti geologici evidenti, cambiamenti causati da un’eruzione”.

Venere: i dettagli della ricerca

I cambiamenti geologici trovati da Robert Herrick si sono verificati nell’Atla Regio. Quest’ultima è una vasta regione montuosa situata vicino all’equatore di Venere, che ospita due dei più grandi vulcani del pianeta, Ozza Mons e Maat Mons.

La regione è stata a lungo considerata vulcanicamente attiva, ma non erano state raccolte delle prove dirette di attività recenti. Robert Herrick, mentre esaminava le immagini radar di Magellano, ha individuato una bocca vulcanica associata a Maat Mons. Questa è cambiata significativamente tra febbraio ed ottobre del 1991.

La bocca del vulcano, nell’immagine di febbraio, è apparsa quasi circolare. Questa copriva un’area di meno di 2,2 chilometri quadrati, aveva pareti interne ripide e mostrava segni di lava drenata lungo i suoi pendii esterni. Tutti fattori che suggerivano un’attività. Nelle immagini radar catturate otto mesi dopo, la stessa bocca era raddoppiata e si era deformata. Inoltre, sembrava anche essersi riempita, fino all’orlo, con un lago di lava.

Le due osservazioni, però, provenivano da angoli di visione opposti, quindi avevano prospettive diverse. Questo le rendeva difficili da confrontare. La bassa risoluzione dei dati raccolti risalenti a tre decenni ha purtroppo reso il lavoro ancora più complicato.

Robert Herrick ha collaborato con Scott Hensley del JPL, il project scientist di VERITAS, specialista nell’analisi dei dati radar come quelli di Magellano. I due ricercatori hanno creato dei modelli computerizzati della bocca in varie configurazioni. Questo per testare diversi scenari di eventi geologici, come ad esempio le frane. I ricercatori, dai modelli, hanno concluso che solo un’eruzione avrebbe potuto causare il cambiamento osservato.

Scott Hensley ha spiegato che: “Solo un paio delle simulazioni corrispondevano alle immagini. Lo scenario più probabile è che l’attività vulcanica si sia verificata sulla superficie di Venere durante la missione di Magellano. Nonostante questo siano solo dei dati raccolti in una singola area di un intero pianeta, la scoperta conferma che esiste una moderna attività geologica”.

Conclusioni

I ricercatori ritengono che le dimensioni del flusso di lava generato dall’attività del Maat Mons siano paragonabili all’eruzione del Kilauea del 2018 avvenuta sulla Big Island delle Hawaii.

Robert Herrick, Scott Hensley e il resto del team VERITAS sono ansiosi di vedere in che modo gli strumenti scientifici e dati ad alta risoluzione della missione completerà il notevole tesoro di immagini radar di Magellano, una missione che ha rivoluzionato la conoscenza di Venere.

VERITAS utilizzerà un radar, per creare delle mappe globali 3D, e uno spettrometro nel vicino infrarosso, per comprendere di cosa è fatta la superficie. Lo strumento misurerà anche il campo gravitazionale del pianeta, per determinare la struttura dell’interno di Venere. Gli strumenti, tutti insieme, offriranno indizi sui processi geologici passati e presenti del pianeta.

I dati di VERITAS saranno disponibili per tutta la comunità scientifica online. Ciò consentirà ai ricercatori di applicare tecniche all’avanguardia, come l’apprendimento automatico, per analizzare il pianeta e aiutare a rivelare i suoi segreti.

FONTE:

https://www.nasa.gov/feature/jpl/nasa-s-magellan-data-reveals-volcanic-activity-on-venus

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